Il morso della vipera di Alice Basso
  • Personaggi 75% 75%
  • Worldbuilding 70% 70%
  • Fluidità 85% 85%
  • Cover 60% 60%
  • E il finale 80% 80%

Il morso della vipera

Lug 13, 2020

Recensione: Anita Bo è quel tipo di ragazza molto bella, che sa di aver un certo peso sulla gente. Non troppo intelligente, molto oca giuliva ma senza cattiveria verso il prossimo.

Quando è ad un passo dal grande salto, ovvero fidanzarsi ufficialmente con il ragazzo che le piace molto, fa una scoperta che lascerà tutti a bocca aperta; prima vorrebbe lavorare.

Non lavorare con la famiglia, che è sempre troppo chiusa e opprimente. Vorrebbe un lavoro vero e per convincere il fidanzato, punta sul futuro e sull’essere poi una madre migliore.

«Appunto! Pensa se un domani l’Italia conquistasse talmente tanti di quei territori coloniali che tutti gli uomini venissero chiamati a dare una mano là per, che so, uno o due anni, e nel frattempo alle ragazze venisse chiesto di svolgere le mansioni che prima erano maschili, nelle fabbriche o negli uffici, per mantenere attiva l’economia nazionale!»
Corrado riflette. Messa così, potrebbe anche suonare plausibile. Durante la guerra è già successo qualcosa del genere, sua nonna glielo racconta sempre.

Così, si trova a dover fare i conti con le sue lacune da dattilografa ma a dover trovare veramente qualcosa, per poter seguire parte del suo sogno. Con l’aiuto della sua amica fidata e una loro ex insegnante con cui hanno sempre mantenuto i contatti, Anita approda da Saturnalia

Questo giornaletto che pubblica racconti gialli è molto apprezzato, stanamente anche dal Duce. Quanto è difficile però trovare il giusto equilibrio tra far sacrifici per un bene superiore, e l’alzar la voce?

Sebastiano, uno dei due soci del giornale, ha già fatto la sua scelta. Per la famiglia e per far almeno in parte il lavoro che ama, immolarsi con dei racconti noiosi italiani è accettabile però, anchora non vede il potenziale che invece, la nostra Anita cosglie al volo nel momento del bisogno. 

Alla fine, lavorare potrebbe non essere poi così male. 

Alice Basso è la donna della mia vita. 

Aveva già rapito il mio cuore con la saga dedicata a Vani Sarca ma con questa… non ho compreso subito il potenziale di Anita. Io e lei abbiamo fatto fatica a legare perchè insomma, una bellissima tipa che sa di esserlo e che non fa nulla per essere almeno un pò intelligente… beh, non è che rientri proprio nel mio prototipo di persona simpatica. In più, con sta storia delle zucche frantumate, ad una certa mi veniva più lo sclero che la risata però ecco, dopo un pò ho capito. 

Anita è inizialmente il prototipo di donna che il Duce vorrebbe in ogni dove. 
Bellissima, non troppo intelligente, pronta a sposarsi e a metter su famiglia. Eppure lei ci mostra che la bellezza non è sinonimo di poca intelligenza e che anche se una donna vuol veramente fare “la donna di casa”, questo non le impedisce di realizzarsi sul piano personale e lavorativo.

Anita è spiritosa, molto coscente sulla propria condizione ma questo non la ferma nel suo intento; rendere gli altri più coscienti del regime. Non che sia il suo più grande sogno, ma ad un certo punto anche lei sente di dover fare qualcosa e Saturnalia è il luogo migliore per farlo. 

Mi sono divertita moltissimo, la coppia non coppia mi ha concesso qualche viaggio mentale amoroso e ve lo dico, vorrei qualcosa di più. Ma a parte questo, ho apprezzato molto anche il tema toccato verso il Duce e alle ripercussioni sulla donna nel mondo del lavoro e sull’editoria. La censura è vecchia come il cucco, bisogna ricordarlo e trovare un modo per sconfiggere questa piaga. 

INFO

Autore: Alice Basso
Pagine: 284
Prezzo: € 16.90
Uscita: 02/07/2020
Genere: ThrillerGialli
Casa Editrice: Garzanti

TRAMA

Il suono metallico dei tasti risuona nella stanza. Seduta alla sua scrivania, Anita batte a macchina le storie della popolare rivista Saturnalia: racconti gialli americani, in cui detective dai lunghi cappotti, tra una sparatoria e l’altra, hanno sempre un bicchiere di whisky tra le mani. Nulla di più lontano dal suo mondo. Eppure le pagine di Hammett e Chandler, tradotte dall’affascinante scrittore Sebastiano Satta Ascona, le stanno facendo scoprire il potere delle parole. Anita ha sempre diffidato dei giornali e anche dei libri, che da anni ormai non fanno che compiacere il regime. Ma queste sono storie nuove, diverse, piene di verità. Se Anita si trova ora a fare la dattilografa la colpa è solo la sua. Perché poteva accettare la proposta del suo amato fidanzato Corrado, come avrebbe fatto qualsiasi altra giovane donna del 1935, invece di pronunciare quelle parole totalmente inaspettate: ti sposo ma voglio prima lavorare. E ora si trova con quella macchina da scrivere davanti in compagnia di racconti che però così male non sono, anzi, sembra quasi che le stiano insegnando qualcosa.
Forse per questo, quando un’anziana donna viene arrestata perché afferma che un eroe di guerra è in realtà un assassino, Anita è l’unica a crederle. Ma come rendere giustizia a qualcuno in tempi in cui di giusto non c’è niente? Quelli non sono anni in cui dare spazio ad una visione obiettiva della realtà. Il fascismo è in piena espansione. Il cattivo non viene quasi mai sconfitto. Anita deve trovare tutto il coraggio che ha e l’intuizione che le hanno insegnato i suoi amici detective per indagare e scoprire quanto la letteratura possa fare per renderci liberi.