- Personaggi 70%
- Worldbuilding 80%
- Fluidità 60%
- Cover 50%
- E il finale 75%
Non ti faccio niente [ANTEPRIMA]
Recensione: Un giovane uomo si aggira nei paesi alla ricerca di bambini soli. Li osserva con attenzione e senza fretta perché vuole esser sicuro di prendere quelli giusti, non troppo piccoli ma nemmeno troppo grandi.
Una volta capito come fare, li avvicina e con un’innocua scusa, li prende e li porta via per due giorni. Quando tornano, le vite dei bambini cambiano per sempre.
Dopo quasi trent’anni, i bambini tornano a sparire ma questa vola, tornano morti.
Casualmente, sono i figli degli stessi bambini rapiti “dall’uomo buono”. Che sia sempre la stessa persona? Oppure qualcuno di diverso? Perché questo cambio di copione? Qual’è il movente?
Una delle paure più grandi di un genitore è la scomparsa del figlio.
Paola Barbato ha creato questa storia perché le andava e ci ha messo dentro tutta se stessa. Madre di due bambine, racconta di una cosa che tutti, in un modo o nell’altro, potremmo dover subire.
Vincenzo, il protagonista della storia, da giovane portava via per due giorni i figli di persone che non li seguivano. Con l’idea di far prendere loro un grosso spavento, per far capire l’importanza dell’essere un genitore.
Tutti cambiavano, tutti diventavano più consapevoli ma ad un certo punto, anno dopo anno, le cose diventavano sempre più rischiose e Vincenzo, fu costretto a doversi fermare con un dubbio sempre presente. Ne avrà salvati abbastanza?
Questo piccolo eroe, voleva far qualcosa di buono, anche se voleva dire andare contro la legge.
Dopo molti anni di fermo, ricominciano i rapimenti ma questa volta, il finale è diverso. Sembrano cose senza un collegamento e qualche volta solo degli incidenti ma due particolari cozzano con la casualità.
Le vittime sono tutti ex bambini rapiti da Vincenzo e su ogni scena del crimine, c’è una paperella di gomma. Quell’esserino giallo, apparentemente abbandonato senza un senso, anni prima era un monito buono che però ora è un segnale di disgrazia.
Vincenzo capisce che è per lui ma non sa come mettersi in contatto con questa persona anche perchè la polizia, che sembra aver fatto un vago collegamento con il passato, lo reputa responsabile.
Una corsa contro il tempo verso la salvezza delle piccole vittime innocenti.
Scoprire chi è l’assassino ed il movente è stata una sorpresa.
Effettivamente non ci sarei arrivata da sola dato che secondo me, è una boiata assurda. Attenzione, l’idea è geniale e ci sta assolutamente ma è una boiata il movente che spinge la persona ad uccidere delle persone assolutamente innocenti. Quel nemmeno troppo vago sentore di invidia, non può bastare a “giustificare” la cosa. C’è dietro una psicosi che nessuno ha mai visto e quindi, curato.
La storia comunque, mette parecchia ansia perché è quel tipo di paura che tutti condividiamo. La paura della perdita, immotivata e per mano di una persona sconosciuta, mette tutti all’erta.
INFO
Autore: Paola Barbato
Pagine: 420
Prezzo: € 17.50
Uscita: 13/06/2017
Genere: Giallo; Thriller
Casa Editrice: Piemme
TRAMA
1983. L’uomo seduto nella macchina blu è nuovo di quelle parti, ma Remo non ha paura, non sa che cosa sia un estraneo. L’uomo ha tra le mani un passerotto caduto dal nido, almeno così dice, e chiede a Remo di aiutarlo a prendersene cura. Il bambino, sette anni passati quasi tutti per strada, che i genitori hanno altri pensieri, non esita neppure per un attimo. E sale. Tre giorni dopo viene restituito alla famiglia, illeso nel corpo e nell’anima; racconta di un uomo biondo, bellissimo, che lo ha riempito di regali e che ha giocato con lui, come nessun adulto aveva mai fatto. Non è la prima volta che succede e non sarà l’ultima. Trentadue bambini in sedici anni. Tutti tenuti per tre giorni da un uomo che cerca di realizzare i loro desideri e li restituisce alla famiglia, felici. Quando la polizia comincia a collegare i rapimenti lampo, l’uomo scompare. 2015. Il padre di Greta non è mai arrivato una sola volta in ritardo a prenderla. Ma lo sgomento negli occhi della maestra gli fa capire che qualcosa non va, perché Greta a scuola non è mai entrata. Scompare così, la figlia di Remo Polimanti, come lui era scomparso trent’anni prima. Anche lei viene subito restituita alla famiglia, ma priva di vita. Greta non è che la tappa iniziale di una scia di sangue che collega i figli dei bambini rapiti anni prima. Ma perché il rapitore “buono” si è trasformato in un assassino? O forse c’è qualcuno che intende emularlo. O sfidarlo. O punirlo.