- Personaggi 10%
- Worldbuilding 10%
- Fluidità 10%
- Cover 10%
- E il finale 10%
Io, però…
Recensione: Non so bene come iniziare questa Recensione. Dopo un mese dalla lettura del libro, non trovo le giuste parole per descriverlo ma devo armarmi di coraggio e farlo.
Ci siamo abituati a vedere nelle librerie molti romanzi erotici. Il più clamoroso è “Cinquanta sfumature” che tutti ben conosciamo anche se magari non l’abbiamo letto ma non è sicuramente l’unico.
Rosa Santoro ha deciso di prendere un argomento ormai comune e portarlo ad un nuovo livello.
Ambizione molto pericolosa e alla portata di pochi ma intrepida e avventuriera, ha voluto condividere con il mondo questa suo libro.
Tra le prime domande che mi sono posta, sicuramente svetta un grosso “Perchè”.
Lo stile di scrittura vuol essere poetico e ricercato, fatto sopratutto dei sentimenti di Margherita e poco descrittivo del resto. I vari personaggi ed i luoghi risultano fumosi mentre le scene erotiche hanno il privilegio di farla padrona.
Quando ho letto la trama, mi sono immaginata una storia delicata e viva, un pò come una rosa morbida dai colori decisi… Invece ho trovato ben altro!
Qualcuno di voi forse saprà che io non sottolineo MAI i libri che leggo. Non sono alla ricerca di frasi particolari o di errori grammaticali ma questa volta ho dovuto fare un’eccezione. Con l’aiuto del mio Adorato, ho passato intere mattine a leggere, sottolineare e ridere come se non ci fosse un domani.
Se per il dannato Mr. Grey ho passato ore a stupirmi per il linguaggio un pò rude…
Con Margherita ho passato tutto il tempo a ridere e ad interrogarmi sulla scelta di certe parole.
“E mentre guarda cosa fa, si eccita come un’egiziana.”
“fino a massacrarsi il canale venato.”
“Le chiese dei fidanzati avuti, dello stato interiore e da quanto tempo non assaggiava del vino o del lette riscaldato.”
” Le regalò nel germe un pò di freddo con dei soffi d’alito e della salvia mucosa di caffè.”
“Le piaceva sentirsi un’amante dogliosa, martirizzata e gongolante.”
“non sapeva se seriamente ma resta che provò a sedurre la situazione.”
“Scivolò il pene sul petto, sbattendolo come una mano per tossire su quelle sinuose forme e incespicando il sedere di botto improvviso.”
“Da quel vulcano usciva del vapore acqueo che sgocciolava giù per la polpa destra del gluteo e solleticando leccava per le vie.”
Questi sono solo alcuni esempi che abbiamo trovato nel corso della storia. Come definirli?
Inutili? Altezzosi? Ridicoli? Oppure avvincenti, Poetici, Ricercati… Quello che posso dire io è che sono sicuramente Troppo perchè non sono entrata in contatto con nulla. Margherita mi è risultata una ragazza frivola che vuole fare la donna raffinata senza riuscirci, un personaggio privo di amor proprio e non certo libera come vorrebbe far credere. Gli altri personaggi poi sono quasi del tutto inesistenti, presenze incorporee che impariamo a conoscere solo in base alle loro perversioni.
Vengono inoltre usate metafore che dovrebbero aiutare la lettura ma che invece la affaticano… “eccitarsi come un’egiziana”, “godere internamente come una sultana matura”, “geme come una signora elegante”, “gola del giardino”, “come una Penelope in goduria”, “profumo di petali di orchidee” (che per inciso, non profumano), “e puzzi pure di crisantemo”… insomma, ad ogni due righe c’era un fiore a descrivere una particolare scena o altri modi che mi rallentavano perchè mi chiedevo continuamente cosa volessero dire.
Altra pecca (e sicuramente non l’unica) è che non si capisce mai bene chi sta parlando o da chi viene raccontata una situazione. Margherita? Oppure uno dei suoi amanti? Bisogna rileggere più volte per capire e se nemmeno così si riesce, si va a tentoni.
C’è però una cosa che stupisce. Il finale.
Non l’ho comunque apprezzato in maniera totale ma è sicuramente sorprendente rispetto a tutto il resto.
In sintesi, devo dire che non mi è piaciuto.
INFO
Autore: Rosa Santoro
Pagine: 130
Prezzo: € 9.89
Uscita: 1 dicembre 2012
Genere: Erotica
Casa Editrice: Sacco
TRAMA
Quando Margherita raggiunge Roma, partita dalla sua provincia, bella giovane e ancora un po’ troppo ingenua, si ritrova a posare per un fotografo conosciuto per caso. Gli appuntamenti si susseguono con lui e durante i suoi viaggi per incontrarlo. È consapevole del gioco al quale si sta sottoponendo. Sarà per lei una sfida contro i pregiudizi della morale piccolo borghese e provinciali. Le sue pratiche e azioni sessuali si spingono oltre ogni probabile immaginazione, scopre di essere una calamita per gli uomini di ogni età. E il piacere aumenta quando la pagano. “Io, però…”, si pone come una provocazione sottile, che va oltre il semplice romanzo erotico.