- Personaggi 60%
- Worldbuilding 65%
- Fluidità 60%
- Cover 40%
- E il finale 55%
Absence. Il gioco dei quattro
Recensione: Quattro ragazzi, apparentemente diversi da loro, condividono una condizione; l’invisibilità.
Da un momento all’altro, si ritrovano dimenticati da tutti, come se non fossero mai veramente esistiti ed invisibili anche a se stessi.
Perchè?
Non è una condizione naturale e quindi, chi ha fatto tutto quello? Perché spendere tempo per loro, che non sono nulla? Forse però, sono stati scelti proprio per la loro già invisibilità. Perché Faith, Jared, Scott e Christabel erano già ragazzi che vivevano ai margini della società, senza radici.
Eppure, la loro presenza è un’elemento di disturbo per gli altri partecipanti del gioco perché in qualche modo, sono delle pedine importanti.
Da subito, sono rimasta incuriosita dalla storia. Particolare, accattivante e da un lato, semplice.
Eppure, per quanto possa essere scritta in modo leggero e scorrevole, Absence è un mistero intricato.
I quattro personaggi vengono catapultati in una condizione al limite della pazzia, privi di ogni informazione utile.
Un gioco di cui sono gli unici a non conoscere le regole e quindi, in netto svantaggio rispetto alle altre due squadre.
Ogni giocatore ha il suo bagaglio emotivo ma condivide con la propria squadra la leva per proseguire. Perché anche se è un tutti contro tutti, il fine ultimo è uscirne vivi.
Mi ha ricordato un pò Hunger Games, anche se molti dettagli sono diversi.
I partecipanti non sono in un’arena ma girano il mondo, non sono stati scelti tramite una pesca ma seguendo un criterio ben preciso, lo scopo non è uccidersi tutti ma arrivare vivi alla fine. Però è un gioco spietato ed i burattinai muovono i fili per un “bene superiore”. Quale? Ancora non lo sappiamo.
Faith è il personaggio che sentiamo spesso e fidatevi, preferirei di gran lunga Christabel la pessimista.
Faith è immatura ed egoista. Già dalle prime pagine avrei voluta malmenarla selvaggiamente e la mia opinione rimane immutata fino alla fine. La ragazza pensa solo a se stessa, mossa da chissà quale pensiero logico e cambia opinione in base a ciò che le fa più comodo.
Non cresce, non muta.
Spero che nei prossimi, siano altri i narratori principali perchè potrei morire.
Sono comunque curiosa dell’intreccio e mi piace moltissimo che Chiara si sia concentrata sull’invisibilità come condizione globale e sulla solitudine forzata.
Sono due tipi di paure comuni e molto frequenti che vive anche una persona che tecnicamente può esser vista.
Nutro grandi speranze per i prossimi e so che dovrò attendere ancora poco.
Ho mille domande e mille teorie. Chissà quanto mi sono avvicinata alla realtà.
INFO
Autore: Chiara Panzuti
Pagine: 335
Prezzo: € 15
Uscita: 1/06/2017
Genere: Fantasy
Casa Editrice: Fazi Editore
TRAMA
Viviamo anche attraverso i ricordi degli altri. Lo sa bene Faith, che a sedici anni deve affrontare l’ennesimo trasloco insieme alla madre, in dolce attesa della sorellina. Ecco un ricordo che la ragazza custodirà per sempre. Ma cosa accadrebbe se, da un giorno all’altro, quel ricordo non esistesse più? E cosa accadrebbe se fosse Faith a sparire dai ricordi della madre? La sua vita si trasforma in un incubo quando, all’improvviso, si rende conto di essere diventata invisibile. Nessuno riesce più a vederla, né si ricorda di lei. Non c’è spiegazione a quello che le è accaduto, solo totale smarrimento. Eppure Faith non è invisibile a tutti. Un uomo vestito di nero detta le regole di un gioco insidioso, dove l’unico indizio che conta è nascosto all’interno di un biglietto: 0°13’07”S78°30’35”W, le coordinate per tornare a vedere. Insieme a Jared, Scott e Christabel – come lei scomparsi dal mondo – la ragazza verrà coinvolta in un viaggio alla ricerca della propria identità, dove altri partecipanti faranno le loro mosse per sbarrarle la strada. Una corsa contro il tempo che da Londra passerà per San Francisco de Quito, in Ecuador, per poi toccare la punta più estrema del Cile, e ancora oltre, verso i confini del mondo. Primo volume della trilogia di Absence, Il gioco dei quattro porta alla luce la battaglia interiore più difficile dei nostri giorni: definire chi siamo in una società troppo distratta per accorgersi degli individui che la compongono. Cosa resterebbe della nostra esistenza, se il mondo non fosse più in grado di vederci? Quanto saremmo disposti a lottare, per affermare la nostra identità? Un libro intenso e profondo; una sfida moderna per ridefinire noi stessi. Una storia per essere visti. E per tornare a vedere.