- Personaggi 70%
- Worldbuilding 70%
- Fluidità 60%
- Cover 70%
- E il finale 60%
Balla, sogna, ama
Recensione: Tutti noi abbiamo un’idea approssimativa della vita che conduce una ballerina importante ma alla fine, anche se ascoltiamo quello che i Media ci dicono, non abbiamo vere e proprie conferme.
Questa storia parla di quel mondo a noi abbastanza sconosciuto e ci viene descritto, anche se sommariamente, in tutta la sua durezza.
Hannah Ward è una giovane ballerina, che all’età di 14 anni si trasferisce a New York da sola per frequentare la School of the Arts, e poi entrare nel Manhattan Ballet. La sua vita gira intorno alle prove e ai balletti, non ha tempo per fare altro, nemmeno vivere come tutte le ragazze della sua età.
Questa storia mi ha colpito molto perché ho un’amica che studia danza classica e vorrebbe diventare una professionista. Ballare è stupendo, non lo metto in dubbio ma le regole rigidissime di questo mondo, non le condivido. Più sei magra, più assomigli ad un ragazzo adolescente e più sei perfetta ma appena cominci a diventare donna, ti trasformi in un mostro.
La cosa preoccupante è che questa cosa non è frutto della fantasia della scrittrice. Sophie Flack era una ballerina, proprio come la protagonista di questa avventura e ci racconta quello che lei ha affrontato fino a che è rimasta in quel mondo.
Han ci racconta delle sfide giornaliere che deve affrontare, prove estenuanti; palestra; balletti serali; stanchezza; diete al limite della nutrizione e il terrore di un incidente che le rovini la carriera. Se si facesse male, cosa ne sarebbe di lei? Ha passato tutta la sua giovane vita a prepararsi per i balletti ma all’infuori di quello, cosa sa fare? Questo dubbio le vortica in maniera insistente nella mente dopo una sera, nel ristorante del cugino, quando incontra Jacob, un giovane chitarrista universitario.
In un turbine di passi, luci, trucco e battiti del cuore, Han ci porta a braccetto verso la scoperta e la decisione più importante della sua vita.
Il finale, molto scontato, l’ho comunque cercato disperatamente perché non potevo sopportare un finale triste.
Il libro mi è piaciuto molto anche se devo dire, pecca di contenuto dettagliato. Passiamo da un mese all’altro nel giro di poche righe e i personaggi sono poco caratterizzati. Sophie non si rende conto che noi non conosciamo nessun personaggio, oppure lo sa e non gli interessa.
A parer mio, da anche poco spazio a Jacob, che compare pochissimo anche se è una figura base. Sembra quasi un mago un po’ tonto, perché ce lo presenta e poi fa qualche apparizione sporadica, i pensieri dedicatogli sono quasi assenti ma sarà proprio lui a sconvolgerla. Insomma, la scaletta delle priorità è stata decisa in maniera errata, però alla fine mi ha emozionato e quindi non posso non essere soddisfatta.
Il tuo lavoro non è Vivere. Il tuo lavoro è Danzare.
INFO
Autore: Sophie Flack
Pagine: 288
Prezzo: € 9.90
Uscita: 29/03/2012
Genere: Narrativa
Casa Editrice: Newton Compton Editori
TRAMA
Sul palco la sua vita è un sogno. Dietro le quinte, un incubo. È da quando ha nove anni che Hannah Ward si dedica anima e corpo alla danza. E ora, che ne ha solo diciannove, è una delle ballerine più talentuose della prestigiosa Manhattan Ballet di New York. È perfetta, la sua tecnica è impeccabile e quando balla, con …le sue flessuose braccia sembra dipingere l’aria. Danzare è la sua vita, il teatro è il suo mondo, diventare prima ballerina il suo sogno. Per realizzarlo ha sacrificato tutto: famiglia, vita privata, tempo libero. Ma quando incontra Jacob, un musicista affascinante e sicuro di sé, che le mostra che esiste una vita diversa e coinvolgente anche lontano dalle luci della ribalta, tutta la sua esistenza crolla. Vuole davvero continuare a combattere e a sopportare sacrifici, diete e competizione? O forse è arrivato il momento di scoprire cosa si nasconde oltre l’elegante sipario rosso? Hannah non sa se sarà capace di rompere la sua gabbia dorata e conquistare una vita normale. Lasciarsi andare infatti è molto difficile. Per riuscirci dovrà aprire il suo cuore e riscoprire quella parte di sé che aveva dimenticato durante la sua ostinata ricerca della perfezione. Anche a costo di perdere tutto.