La sposa scomparsa di Rosa Teruzzi
  • Personaggi 60% 60%
  • Worldbuilding 65% 65%
  • Fluidità 60% 60%
  • Cover 40% 40%
  • E il finale 60% 60%

La sposa scomparsa

Set 21, 2016

Recensione: Vittoria, Libera e Iole sono tre donne della stessa famiglia. Figlia, madre e nonna.
Tre personaggi dal carattere diverso ma dal comune destino.
Attraverso una milano contemporanea ma allo stesso tempo diversa, le nostre tre donne cercheranno di risolvere un caso vecchio di molti anni che riguarda la scomparsa di una giovane ragazza. Riusciranno a svelare il mistero?
Sono cresciuta a Milano e per quanto per me sia ancora oggi una bella città, ammetto che dopo tutto questo ho smesso di osservarla.
Rosa però, con questo libro mi ha dato la possibilità di vederla con occhi diversi, un pò come se fosse la prima volta.
Il fatto che poi, ci sia di mezzo un mistero, mi emoziona ancora di più perchè mi sento quasi partecipe. Andare dove vanno loro, mi lascia una sensazione strana.
Vittoria è una poliziotta dal carattere scontroso che non accetta di aver perso il padre da piccola. Dopo anni, ancora non ha scoperto l’assassino ma in un modo o nell’altro, non demorde. Non riesce più ad avere un buon rapporto con la madre Libera, non accetta la sua rassegnazione. La donna però non è priva di sentimenti come immagina la figlia mentre Iole, la nonna è uno spirito libero, in tutti i sensi.
Saranno le ultime due a riprendere in mano il caso della ragazza scomparsa per Libera non riesce a rimanere indifferente al dolore di una madre che non si da pace.
Un caso che sembra sfociare nel nulla ma che alla fine porterà ad una terribile rivelazione.
Personaggi a parte (provo odio per Vittoria e insofferenza per Libera), il libro è molto carino. Semplice nella location ma intrecciato nella trama. Una lettura piacevole.
Quello che mi piace di questa storia è che anche se sono giunta alla fine, il nostro non è un vero addio.

INFO

Autore: Rosa Teruzzi
Pagine: 171
Prezzo: € 14
Uscita: 8 settembre 2016
Genere: Gialli
Casa Editrice: Sonzogno

TRAMA

Dentro Milano esistono tante città, e quasi inavvertitamente si passa dall’una all’altra. C’è poi chi sceglie le zone di confine, come i Navigli, a cavallo tra i locali della movida e il quartiere popolare del Giambellino. Proprio da quelle parti Libera quarantasei anni portati magnificamente ha trasformato un vecchio casello ferroviario in una casa-bottega, dove si mantiene creando bouquet di nozze. È lì che vive con la figlia Vittoria, giovane agente di polizia, un po’ bacchettona, e la settantenne madre Iole, hippie esuberante, seguace dell’amore libero. In una piovosa giornata di luglio, alla loro porta bussa una donna vestita di nero: indossa un lutto antico per la figlia misteriosamente scomparsa e cerca giustizia. Il caso risale a tanti anni prima e, poiché è rimasto a lungo senza risposta, è stato archiviato. Eppure la vecchia signora non si dà per vinta: all’epoca alcune piste, dice, sono state trascurate, e se si è spinta fino a quel casello è perché spera che la signorina poliziotta possa fare riaprire l’inchiesta. Vittoria, irrigidita nella sua divisa, è piuttosto riluttante, ma sia Libera che Iole hanno molte buone ragioni per gettarsi a capofitto nell’impresa. E così, nel generale scetticismo delle autorità, una singolare équipe di improvvisate investigatrici a dispetto delle stridenti diversità generazionali e dei molti bisticci che ne seguono riuscirà a trovare, in modo originale, il bandolo della matassa.