L'ultima battaglia di Fabio Sorrentino
  • Personaggi 40% 40%
  • Worldbuilding 60% 60%
  • Fluidità 30% 30%
  • Cover 50% 50%
  • E il finale 50% 50%

L’ultima battaglia

Mag 1, 2017

Recensione: Ci sono tantissimi motivi per cui leggo molto raramente un libro storico. Tra le tante cose, quello che per me è un gran difetto, sono le descrizioni minuziose dei luoghi e dei ruoli di ogni singolo personaggio. Gradi gerarchici che non sono nella mia normalità e che quindi mi rallentano moltissimo la lettura. 

Però quando mi è stata proposta questa lettura, ho pensato che comunque ne valesse la pena perché già solo dalla trama, mi dava l’idea di aver molti intrighi e questo, mi piace assai. 
Non vi nascondo che arrivare alla fine non è stata una passeggiata. Avrei dovuto rallentare la lettura e darmi più tempo ma alla fine, sono comunque arrivata al dunque. 
Dirvi a caldo cosa ne penso, sarebbe la cosa migliore ma oggettivamente, ho veramente bisogno di tempo per far scendere le idee e capire nel profondo se ne sono rimasta soddisfatta. Dato che però, la mia sfida personale era leggerlo entro oggi, accontentiamoci di poche idee ma ben confuse! 

«Com’è?», mormorò, porgendomi il calice.
Presi un sorso e gli risposi che avevano lesinato sul miele.
La mia incomprensione gli strappò un sorriso sincero. «Intendevo cosa si prova a essere feriti in battaglia», chiarì.
«Lo stesso dolore di un qualsiasi taglio nella pelle», considerai. «Solo, ritardato e forse più duraturo nel tempo».
«So che i guerrieri se ne fanno vanto. E più numerosi sono, più è alto il loro orgoglio».
Sbuffai con ironia. «I soldati stupidi, certamente. Credono che sia un modo per dimostrare la loro abitudine alla battaglia e il loro coraggio. Invece, magari, tutti quei segni di cui vanno fieri attestano solo la loro fortuna negli scontri. I veterani in gamba hanno pochi solchi addosso, fidati».

Hhelenoi (che è più facile da pronunciare, invece che da scrivere) è un sovrano ma sopratutto, un’indovino. Baciato da questo dono maledetto, più o meno consciamente, conosce il futuro della gente ma questo non lo protegge dal destino. 
La storia parla del suo viaggio verso la terra a cui era destinato ma che per intrighi, bugie e bassezze… non è più sua. Deve riportare le ceneri della moglie e non ha alternative. 
Una promessa data, va mantenuta e così parte, lasciando a casa il figlio e portandosi dietro i figliasti, perché una visione funesta lo perseguita e lui è assolutamente deciso ad opporsi in tutti i modi possibili. 
Il cammino verso la terra è insidioso, fatto di orizzonti spesso identici e di morte portata da Pirati e non solo. Però, non è solo un viaggio duro. 
Perché anche dalle difficoltà possono arrivare cose buone, come la principessa Harete, salvata dalla schiavitù. 
Indubbiamente, non è una storia piena di ricordi felici, anzi. Molte delle cose che ho trovato sono prive di dolcezza ma trovo che ci sia un buon equilibrio tra difficoltà e qualche gioia. 

Ero sconvolto.
La lingua spingeva dietro ai denti serrati, le orecchie mi pulsavano ossessive e una rabbia animalesca infiammava ogni fibra del mio corpo, impregnandolo di un furore che non avevo provato neanche durante gli assalti più eroici sotto le porte di Wilusa.
Mi alzai dal letto senza parlare e in tre passi fui sul balcone, scostando via le tende. Fissai il quarto di luna che riluceva alto nel manto indaco del cielo e a lungo cercai di mettere ordine nell’impeto vorticante dei miei pensieri.
Restai lì fuori al freddo per non so quanto tempo, imprimendomi bene in mente tutto quello che avevo ascoltato dalla bocca dell’ancella e, sopra ogni cosa, il tragitto che dalle mura della reggia portava fino al sentiero stretto fra le montagne dell’interno orientale.
Quando rientrai, la trovai che sonnecchiava accoccolata in un angolo del giaciglio e con premura le tirai le coperte fin sulle spalle.
All’alba Drionnas mi scoprì ancora sveglio e con lo sguardo imbevuto di una cupa determinazione.

Ovviamente, essendo il primo di una trilogia, il finale non è un finale. 
Come dice lo stesso Sorrentino, prima di incominciare a narrare la sua storia, molte domande non troveranno risposta e molti personaggi visti in questo volume, li ritroveremo anche dopo. Direi anche che è una cosa ottima visto che ci sono effettivamente domande che aleggiano nella mia mente. 
Vorrei saper di più sul mutamento tra il nostro protagonista ed uno dei figliastri, Molosso. 
Vorrei capire se il piccolo Kies avrà effettivamente un futuro e se riuscirà a trovare “un porto sicuro” con la giovane Principessa dalla chioma ramata. 
In realtà, ora che mi sono messa qui a riordinare le idee, devo dirvi che per quanto difficile, il libro mi è piaciuto. Molto intenso perché anche se molto descrittivo, certe scene sono molto evocative. Abbastanza sanguinolento e già così, con me potrebbe vincere ma non è splatter, anzi. Smuove molte emozioni, spesso anche contrastanti ed è una cosa che apprezzo veramente tanto. 
Diciamo che si, molto probabilmente leggerò anche il secondo perché questo parto merita di esser coccolato ancora un pò. 

Un principe sanguina come un mendicante, mi aveva risposto l’indomito eroe, domatore di cavalli, quando gli avevo chiesto perché ripetesse quella cerimonia intima e solitaria prima di ogni suo attacco suicida contro le palizzate degli invasori Ahhiyawa, e tutti e due sono identici agli occhi dei numi immortali. Ben prima di sfoderare il bronzo della mia lama, io prego intensamente gli dèi affinché rendano il mio braccio inesorabile contro il cuore dei nostri nemici ma ciononostante li supplico di trasformare il sangue che verserò in quello del mio ultimo avversario. L’onore di guerra è misera cosa, diletto fratello, e tutte le ovazioni e le ricchezze del vincitore non cancelleranno mai le ferite che ci marcheranno a vita le membra.

INFO

Autore: Fabio Sorrentino
Pagine: 345
Prezzo: € 9.90
Uscita: 13/04/2017
Genere: Narrativa storica
Casa Editrice: Newton Compton Editori

TRAMA

1180 a.C. Hhelenoi, indovino e sovrano di Bouthroton, è addolorato dal lutto. Nel palazzo aleggia ancora il fumo della pira della sua Andromache e ogni notte, in sogno, il fantasma della moglie lo esorta a partire: deve recarsi in Oriente, attraversare le acque pericolose del Grande Ondoso e seppellire le sue ceneri nella piana di Wilusa. Un tempo Hhelenoi era principe di quella città, capitale di un regno fiorente. Poi arrivarono gli invasori Ahhiyawa e il suo popolo fu annientato dopo anni di assedio. I pochi superstiti furono ridotti in schiavitù, incatenati e condotti nelle rocche dei vincitori. Tuttavia Hhelenoi sa che a decretare la fine di Wilusa è stato un terribile inganno frutto di un tradimento, e dopo quindici anni quel pensiero lo affligge ancora, insieme alla preoccupazione per il destino di suo figlio Kiestrenu, sul cui capo pendono delle profezie funeste. Ma l’azione è un dovere sacro per il principe guerriero, che si ritroverà insieme ai suoi compagni ad affrontare un’avventura ricca di insidie e di incontri imprevedibili…