Sveva Casati Modignani [INCONTRO/16]

Sveva Casati Modignani [INCONTRO/16]

Perché le donne si complicano e ci complicano la vita? Perché sono più sensibili, perché colgono le sfumature.

Mercoledì pomeriggio ho avuto l’onore di incontrare Sveva ed è stata una cosa memorabile ma andiamo con ordine che altrimenti parto per la tangente e non vi dirò nemmeno la metà di quello che vorrei.

Come appunto ho detto sopra, il 27 Settembre c’era l’incontro con la Scrittrice. Lo sapevo già da qualche giorno ed infatti mi ero preparata di conseguenza.

Poi però mi è partita la scimmia curiosa e ho voluto tastare il terreno chiedendo ad altre ragazze se sarebbero venute o meno.
Rory, del blog Il colore dei libri (che non abita esattamente dietro l’angolo) non era nella lista e così, in tre secondi netti, decide di contattare quella santa di Cinzia per chiederle se ci fossero ancora posti liberi.

Sabato a pranzo, mi arriva un messaggio.

La Viaggiatrice (Rory) mi comunica che aveva appena prenotato il volo per Milano!
Gioia e tripudio!!!

Poi però mi chiede se per caso nel pomeriggio fossi stata libera perché un suo amico, non poteva tenerle compagnia… ditemi voi, cosa potevo risponderle? Aveva smosso mari e monti per esserci…. e quindi, nemmeno a pensarci, è partito un velocissimo… “Sono già lì!”

Perché si, non ho minimamente preso in considerazione il fatto che il mio capo avrebbe potuto benissimo darmi il due di picche.

Sono un panzer.

Se voglio, ottengo.

Inizia così il conto alla rovescia e la programmazione del pomeriggio.

Dove se magna?

Andiamo a trovare le ragazze in HarperCollins? (Qui la domanda era superflua… il “si” gigante era già pronto ancora prima di aver finito di fare la domanda!)

Però oh, io ve lo dico in confidenza…. Visto che siamo tra di noi…. L’ansia dell’attesa mi uccide! Avete presente quando state aspettando qualcosa di epico ma nel mentre vi partono le peggio disgrazie mentali?
Ecco. Se c’è una cosa che mi mette strizza ed ansia…. ecco, è l’attesa.

Comunque sia, mercoledì è arrivato più velocemente del previsto e l’una mi ha pungolato come manco una zanzara a digiuno da settimane.

Viaggiatrice era già al ristorante ed è stata un’ora piacevolissima perché finalmente potevamo parlare a tu per tu senza distrazioni…. abbiamo spettegolato.
Maremma se ne abbiamo dette!
L’unica nota negativa era l’orologio che ci chiamava.
Avevamo appuntamento e mica potevamo fare tardi.

Alla Harper dovevamo fare solo un passaggio veloce, un pò come una meteora…. state ridendo anche voi, vero? Bene, perché nessuno ci credeva fino in fondo!

Francesca ed Elisa sono un’accoppiata micidiale.

Tra risate ed indiscrezioni ne abbiamo dette di belle e sappiate che al BookCity…. no vabbè, non vi dico nulla per ora!

La giornata non era mica finita, anzi!

Ora ve lo devo dire.

Non ho mai letto libri di Sveva.
Una scrittrice che è sempre stata in casa mia ma no, non mi ha mai attirato molto.

Andare quindi alla presentazione è stata più che altro una sfida.

Volevo vedere il suo volto, volevo sentirla parlare ma più che altro, volevo vedere le sue reazioni con noi.

Quindi, quando sono entrata alla Open, ero più orientata allo scetticismo.

Ok, ok… non è magari bello da dire. Cinzia, perdonami ma lo sai. Se mi pensi per un qualsiasi libro, io DEVO esserci e renderti fiera perché come abbiamo già visto, ci azzecchi sempre.

Comunque sia, Sveva è una sagoma.

Una cosa che mi ha fatto piacere, dopo essermi ripresa dallo sgomento, è stato che per la prima volta qualcuno si è preso la briga di interessarsi a noi. Non solo noi come blogger ma come persone.

Non solo.

In un’ora o più è riuscita a conquistarci tutte.

Con la sua voce pacata ci ha raccontato praticamente più della metà del libro ma l’ha fatto con tale trasporto che nulla, ci siamo appassionate a dei protagonisti che ancora non conosciamo. Ovvio che non sappiamo già la fine ma probabilmente conosciamo già molti dettagli.

Dopo i baci e gli abbracci, tra tutte quante, siamo arrivate ad una conclusione.

Adesso vogliamo leggere Sveva.

Insomma, ci ha intortato tutte.

Un’applauso alla Scrittrice Italiana che dopo ancora tanti anni riesce a cavalcare l’onda come se fosse il primo giorno e che riesce ad ammaliare praticamente chiunque.

Sveva Casati Modignani_Autore
Dieci e lode di Sveva Casati Modignani

Alice. Infelici e Scontenti

Alice. Infelici e Scontenti

Probabilmente forse non sapete che come Alice Chimera, anche io ho una passione per “Alice nel paese delle meraviglie”. Quando ha preparato questo BT per far conoscere il suo libro, io ero già destinata a questa tappa e che onore!!!

Veniamo quindi alla nostra amata bambina… dalle sue origini con Lewis, fino a Chimera.

Le avventure di Alice nel Paese delle Meraviglie, è un romanzo fantastico pubblicato per la prima volta nel 1865 dal matematico e scrittore inglese reverendo Charles Lutwidge Dodgson, sotto il ben più noto pseudonimo di Lewis Carroll.
Ma chi era quell’uomo? 
Lewis Carroll è lo pseudonimo di Charles Lutwidge Dodgson, matematico e scrittore inglese nato nel 1832 e morto nel 1898. Lo pseudonimo è un gioco di parole fra i suoi due nomi di battesimo: Charles (Carolus in latino) è diventato Carroll; Lutwidge (Ludovicus in latino) è diventato Lewis. È molto probabile, che Lewis Carroll soffrisse di un particolare disturbo neurologico che causava allucinazioni e distorsioni nella forma degli oggetti, facendoli sembrare molto più piccoli o molto più grandi (un tema ricorrente, nel libro). Il disturbo, scoperto e spiegato nel 1955 dallo psichiatra inglese John Todd, è anche conosciuto come l’Alice in Wonderland Syndrome.
Com’è nato il Libro? 
In una soleggiata mattina estiva (che Carroll traspone in versi nel suo Meriggio Dorato (proemio dell’opera)), Lui e il reverendo Robinson Duckworth si trovavano in una barca sul Tamigi con tre bambine (Alice e le due sorelle).

Durante il viaggio nacque la storia, che più tardi mise per iscritto e regalò ad Alice Liddell, che tanto aveva insistito perché lo facesse, diventando quindi Alice’s Adventures Under Ground (“Le avventure di Alice nel Sotto Suolo”), che si sviluppava in soli quattro capitoli illustrati da Carroll stesso. Solo più tardi venne pubblicata la sua storia, aggiungendo nuovi personaggi e situazioni, commissionando inoltre le illustrazioni a John Tenniel.

Le interpretazioni psicologiche e il contesto storico

Tutti i personaggi della favola manifestano elementi di interesse psicopatologico, in stretto contatto con il clima conservatore della Victorian Age. Alice è una bambina confusa e disorientata alla ricerca di un’identità, come si evince dalla sua irrequietezza e volontà di fuga perenne. È come se la sua libertà fosse perennemente ostacolata dal rigore morale e dalle imposizioni esterne. Per questo motivo, tutte le conversazioni che lei intraprenderà, non hanno senso, proprio perché la bambina non riesce ad accettare l’obbedienza e il rispetto delle regole. Il Brucaliffo e lo Stregatto rappresentano le figure genitoriali, infatti tutte le risposte che i due animali danno ad Alice nascono dal desiderio di contraddire la piccola, come rappresentazione del divieto dell’età del proibizionismo. Significativo poi è l’aforisma “Tagliatele la testa“, ripetuto più di una volta dalla terribile Regina di Cuori, citato per esorcizzare la paura che personaggi politici del tempo perdessero il controllo. Negli anni seguenti poi, le interpretazione di questa misteriosa fiaba si sono sprecate: c’è ad esempio chi sostiene che la storia di Alice è un trip mentale, un viaggio nella sperimentazione di tutte le droghe esistenti. Oppure chi trova all’interno della trama, regole logiche,  linguistiche, fisiche e matematiche. Addirittura, spesso il sogno, l’elemento grazie al quale Alice compie le sue mille peripezie, viene accostato a ciò che Freud nella sua Interpretazione dei sogni definisce inconscio. Egli lo considera come il luogo della non consapevolezza, in cui vengono “immagazzinati” tutti i desideri irrealizzabili e i traumi che, per non danneggiare la stabilità psicologica dell’individuo, vengono “bloccati” in un substrato della coscienza.

Le avventure di Alice nel paese delle meraviglie divenne l’ispirazione delle successive generazioni di scrittori e artisti. Tra questi c’era anche Vladimir Nabokov, l’autore di Lolita, nonché colui che tradusse Le avventure di Alice dall’inglese al russo. Lolita, infatti, racconta di un uomo adulto che seduce la dodicenne Lolita raccontandole delle storie. «Io lo chiamo sempre Lewis Carroll Carroll, perché lui è stato il primo Humert Humbert» – diceva Nabokov, riferendosi al protagonista maschile del suo romanzo.

Negli anni, questo libro è stato tradotto in circa 97 lingue ma riportare i giochi di parole, le figure retoriche, i proverbi citati e i continui riferimenti alla cultura inglese è un’impresa ardua.
Tra tutte le storie di fantasia, quella di Alice non è mai stata travolta in modo particolare, anche se negli anni sono state pubblicate molte varianti.
Il film d’animazione prodotto dalla Walt Disney Productions e diretto da Clyde Geronimi, Hamilton Luske e Wilfred Jackson, nacque nel 1951.
Nel 1923 però, Alice nacque come cortometraggio per la Laugh-O-Gram Studio ma quando qualche tempo dopo fallì, il lavoro non andò perso. Solo nel 1938 partirono i veri progetti del film.
Anche in questo caso, troviamo un’Alice bionda quando invece, quella originale è mora. La trasposizione cinematografica comunque non si scosta molto dalla storia originale perché Walt sosteneva che la maggior parte del suo umorismo di Carroll era nella scrittura.
Prima di questo film d’animazione però, ci fu un cortometraggio muto diretto da Cecil Hepworth, che dura meno di dieci minuti.
In questi centocinquant’anni ci sono stati ancora molti film dedicati a questo libro ma non solo.

Gli ultimi che sicuramente tutti consociamo anche solo grazie alla pubblicità in rete, sono stati diretti da Tim Burton. In questo caso però, la versione di Alice è più matura e la storia si scosta molto dall’originale. I personaggi poi sono anche più attivi su vari fronti e non come nella storia originale.
Parliamo però di un Regista molto particolare e quindi, queste rivisitazioni sono in linea con il suo solito lavoro.

Non solo.
Per quanto non ci siano molte vere e proprie rivisitazioni cinematografiche, non possiamo non nominare la serie televisiva “Once Upon a Time in Wonderland“, dove il mondo delle meraviglie la fa ovviamente da padrona ma quasi tutti i personaggi non sono ciò che sembrano o addirittura, non centrano nulla.

Un giorno Alice arrivò ad un bivio sulla strada e vide lo Stregatto sull’albero.
– “Che strada devo prendere?” chiese.
La risposta fu una domanda:
– “Dove vuoi andare?”
– “Non lo so”, rispose Alice.
– “Allora, – disse lo Stregatto – non ha importanza”. 

Per quanto riguarda invece le versioni letterarie, Alice vanta una considerevole lista di riadattamenti. 
Basta andare su google e si trova un mondo particolarmente florido. Grandi Case Editrici e piccoli autori si cimentano nella loro versione Aliciosa, tirando fuori mondi che in un modo o nell’altro si adattano perfettamente a ciò che Carroll voleva farci vivere. 
Sono storie non più per bambini piccoli ma per quelli ormai adulti che comunque voglio ancora credere che nulla è Impossibile.
Alice: “è impossibile…”
il cappellaio matto: “solo se pensi che lo sia”

Alice Chimera però, non si è fermata all’idea del bel lieto fine. 

La protagonista del Mondo delle Meraviglie non poteva mica sfuggire alla realtà e come potevamo non immaginare un suo ritorno a casa? Cosa successe quando da bambina, si risvegliò del suo normalissimo mondo?
In questo libro, motore di questo blogtour particolare, vediamo molte storie conosciutissime ma riscritte con finali non lieti.

Alice: Ci siamo abituati al fatto che Alice, una volta risvegliata, torni ad essere la bella bambina giudiziosa e pronta per diventare donna. Come può però esser vero? Cosa può nascondersi in realtà in quel futuro non detto? Chimera ci da due versioni, una un pò più delicata dell’altra ma non lasciatevi tediare… nessuna delle due la salva veramente.
Ammetto che se dovessi immaginare il futuro della bella bambina bionda, non mi scosterei di un millimetro dalla versione di Chimera. Credo che possa esse non solo quella più veritiera ma anche l’unica fattibile.
Come può sopravvivere una bambina da una visione come quella? Come può tornare nel suo magnifico Mondo delle Meraviglie? Bene, qui ci viene narrato.