Joe Abercrombie è laureato in psicologia, e ha lavorato per il cinema e la televisione inglesi. Ha scritto la trilogia fantasy La prima legge, pubblicata in Italia da Gargoyle tra il 2013 e il 2014: Il richiamo delle spade (candidato al Campbell Award nel 2008), Non prima che siano impiccati e L’ultima ragione dei re. Oltre alla trilogia, ha scritto anche alcuni romani autoconclusivi, tra cui The Heroes, Il sapore della vendetta e Red Country (Gargoyle 2012, 2014 e 2015). Della trilogia Del mare infranto, edito in Italia per Mondadori, fanno parte i volumi: Il mezzo re, Mezzo mondo e La mezza guerra. Nel 2019 torna nel mondo e ai personaggi de La prima legge della quale Un piccolo odio (Mondadori) è il primo volume.
Se un giorno vi capitasse di aver voglia di fare una maratona di lettura, lasciate perdere. Rimaner troppo legati ad un tipo di storia e ad un mondo specifico, secondo me ammazza la poesia e considerando che Un piccolo odio è il primo di una trilogia, con quattrocento e passa pagine, capite che è una sfida estremamente stancante.
Arrivo da una maratone di lettura, che già così non sarebbe semplice, ma se conto le pagine che mi sono puppata in un mese, compreso questo, arrivo a 3.103 pagine. Sono stanca e adesso, pure annoiata.
Joe Abercrombie mi era piaciuto moltissimo nella prima trilogia, un pò perchè era la novità, un pò perchè le sue storie sono un filo sadiche, un pò perchè scrive veramente bene. Questo suo modo di non essere politicamente corretto, è una boccata d’aria fresca rispetto a quello che solitamente leggo ma ad una certa, il suo modo sboccato di scrivere non mi è più sembrato divertente. Continua ad esser molto bravo a creare mondi, ma non ho provato lo stesso piacere di prima.
In questa nuova avventura, troviamo i figli dei personaggi che abbiamo imparato ad apprezzare (più p meno) nella precedente trilogia. Ci sono Savine, Rikke, Orso e Leo, nuovi protagonisti di un destino ingrato, che devono fare i conti con la loro eredità ed il futuro sempre incerto perchè le problematiche tra Noer e Sud, non si sono minimamente appianate.
Quello che ho apprezzato poco, è la sensazione di “già visto”.
Non parlo di una storia trita e ritrita, quello è normale che sia così perchè oggettivamente non abbiamo più modo di inventare qualcosa di nuovo, parlo proprio del fatto che mi sembra una copia della “La prima legge”. Forse, se l’avessi letto con mesi di differenza, il mio pensiero sarebbe stato più positivo. Attenzione comunque, bisogna leggerlo per forza dopo i primi tre, perchè è vero che molti personaggi sono nuovi e viene nuovamente descritto il mondo, però ci sono troppi sottintesi, troppe cose non dette che invece, sarebbero servite.
C’è da dire però che il mio amore per Glokta rimane immutato, quindi ha inglobato anche Savine, che è l’unica cosa che salverei di tutto il marasma che ho trovato.
Mi sento un pò in colpa, lo ammetto. Speravo tanto di concludere il 2019 con sole letture belle, ed invece… però non demordo, per il prossimo anno vorrei recuperare anche “Tredici lame”, che racchiude una serie di storie legate ad alcuni personaggi della prima trilogia. Per quanto riguarda il seguito di questo, si vedrà.
Savine dan Glokta è la figlia dell’uomo più odiato del regno, l’Arcilettore, a sua volta pronta a diventare la serpe più velenosa degli affari e delle industrie, se questo le garantirà un primato in un mondo in cui sembrano comandare solo gli uomini. Leo dan Brock, il Giovane Leone, attende di essere nominato Lord Governatore per respingere le aggressioni di Crepuscolo il Possente e dei suoi uomini del Nord, ma imparerà che le leggende degli eroi nascondono molte zone oscure, fatte di tradimenti e compromessi. Vick si è unita agli Spezzatori che intendono difendere i lavoratori dalle misure rapaci dei padroni, ma nasconde una decisione presa anni fa, nei gelidi campi di prigionia. Grosso è un veterano di guerra che vorrebbe dimenticare gli orrori degli assedi e la forza micidiale che si annida nelle sue mani tatuate, ma passato e violenza non sono mai troppo lontani. Il vecchio Trifoglio vorrebbe solo starsene seduto a insegnare un po’ di arte della spada, ma sarà costretto ad accompagnare e consigliare un manipolo di giovani che lo irridono, e non conoscono la belva che è stato e può ancora essere. Il Principe Coronato Orso deve decidere se sprofondare definitivamente sotto le droghe, le cortigiane e il vino, oppure se mettere la sua intelligenza a servizio d’un sogno più grande, per sé e tutto il reame. I loro cammini si incroceranno e affronteranno una nuova età di tecnologia, potere economico, barbarie e follia, insurrezioni popolari e congiure di palazzo, duelli brutali nel Cerchio di scudi e il ritorno della magia. Sì, perché, se antichi stregoni decidono di allearsi con banchieri e ingegneri, al Nord invece la giovane Rikke scopre di possedere un dono invidiato e maledetto, la Vista Profonda, la capacità di vedere le ombre del passato e gli spettri del futuro.
Se siete alla ricerca di un fantasy epico dai tratti dark, e siete disposti a farvi la tirata con la lettura e siete sopravvissuti a Tolkien, allora Abercrombie è l’uomo della vostra vita.
Se invece, volete un fantasy buono, con dei personaggi in cui immedesimare solo la vostra parte buona e dove anche il più cattivo dei compagni, si trasforma nel migliore amico dall’animo candido, passate oltre.
Questa trilogia è tra le cose più cattive e politicamente scorrette che io abbia mai visto e proprio per questo, l’adoro.
La prima legge non è una lettura per tutti, ci sono seriamente dei limiti perchè, oltre al linguaggio scurrile e la quantità di sangue, Joe Abercrombie non ha come traguardo l’idea di renderci felici e accettarlo non è esattamente una passeggiata.
In questo ultimo libro, dovevamo capire fin da subito che il finale non poteva essere un concentrato di gioie, e che molti nodi non sarebbero al pettine. Molte cose si, verissimo, però ci sono risvolti che meriterebbero altre cento pagine per essere sviscerati.
Intrighi, scelte, sogni infranti che durante la lettura abbiamo fatto nostri.
Chi non ha almeno un personaggio nel cuore? Io ho apprezzato moltissimo l’Inquisitore, il nano maledetto che incontriamo stronzo e tale rimane, fedele a se stesso, a costo di tutto. Perchè in fondo, di questa trilogia piace questo.
I protagonisti non sono la crem della crem, non sono nemmeno anti-eroi, non sono villan simpatici, eppure sono dei personaggi con una forza indescrivibile che sanno mettere in crisi le scelte del lettore, perchè tutti, almeno una volta, abbiamo cercato di immedesimarci e ci siamo resi conto che al posto loro, saremmo stati persi.
Un finale non desiderato, eppure coerente.
Non rimarremo abbandonati a noi stessi, per i più temerari ci sono altri libri e tra i tanti, Un piccolo odio narra una nuova storia, dieci anni dopo i nostri personaggi. Scommettiamo, quanti ne odierò e di quanti dovrò diffidare?
Via Joe, sposami.
Tutto era così fermo, così disteso, che Logen quasi sorrise. Sarebbe stata questa la sua vita, se non avesse mai preso in mano una lama? Per il tempo di tre respiri, Logen Novedita fu un uomo di pace.
Logen Novedita è un guerriero in fuga dal Nord di cui è stato il campione idolatrato tanto dai nemici che lo vorrebbero morto come dagli amici che farebbero meglio a crederlo tale. Perché dentro di lui si annida il Sanguinario, un’ombra per cui orrore, fuoco e morte sono un banchetto al quale invitare tutto e tutti. Glokta l’Inquisitore trascina il proprio corpo torturato nei palazzi del potere, investigando su una cospirazione in grado di ribaltare l’ordine costituito. Il giovane Jezal dan Luthar, che forse si accontenterebbe della propria bellezza, sfacciataggine e abilità nella scherma, scoprirà che qualcuno nutre grandi e pericolosi progetti per lui. Il Maggiore West deve lottare contro la propria sorella, l’idiozia delle gerarchie militari, e la costante feroce emicrania. Nelle vene della misteriosa e intrattabile Ferro Maljinn scorre sangue di demone, e una sete di vendetta che minaccia di travolgere un Impero. I loro cammini sono destinati a incrociarsi nella guerra che chiude le sue fauci sull’Unione da Nord a Sud, mentre alle ombre del passato e ai sortilegi si sommano le nuove, devastanti forze dell’oro e della tecnologia.
Recensione: Joe Abercrombie non è uno scrittore semplice e soprattutto, non è politicamente corretto.
Come dicevo la scorsa volta, lui è quel tipo di persona che riesce a raccontare ogni storia, come se fosse la cosa giusta da fare. Le storie che leggiamo, sono giuste lì e anche per i personaggi inutili, come Quai, semprano molto interessanti. Praticamente, Joe parla di fumo fritto e lo fa meravigliosamente.
Però ecco, non sempre sono storie che vorremmo effettivamente leggere, perchè i motri e le angherie, sono molto comuni in questi capitoli. Basti ricordare che Novedia il sanguinario non è un nomignolo a caso e Glokta di lavora tortura le persone.
Come ogni libro di mezzo che si rispetti, questo è un pò una storia di stallo, dove molta carne viene messa sul fuoco.
Come già sappiamo, tutti i personaggi che abbiamo già visto nel primo, sono in viaggio verso una nuova guerra. Che sia piccola, grande, interna a se stessi o di vitale importanza per il mondo, non ha importanza. Tutti hanno dei segreti che stanno per venire al pettine e tutti ci devo fare i conti.
Buono o Cattivo, Chiaro o Scuro.
A parte Ferro, che continuo ad odiare con tutta me stessa, perchè è antipatica e tossica come pochi, tutti i personaggi hanno avuto una buona crescita anche se come dicevo sopra, il vero mistero è capire perchè Quai sia lì. Sarà pure tenerello però, insomma, utile non è.
Comunque, antipatie o dubbi del caso, non mi sono annoiata molto e questo, è decisamente positivo. Lo stile rimane una giostra di amozioni che ho veramente apprezzato. Adesso non ci manca che arrivare alla fine e lo ammetto, un pò lo temo perchè ok, fino ad ora è andato tutto bene ma di roba, ne abbiamo da svelare.
Il finale, sarà degno della storia che abbiamo letto fino ad oggi?
Quello scimmione, come lo chiami tu, è famoso in tutto il Nord. Novedita il Sanguinario, lo chiamano nella sua terra. Un nome che riempie gli uomini di paura o di coraggio, a seconda della parte da cui stai.
Logen Novedita è un guerriero in fuga dal Nord di cui è stato il campione idolatrato tanto dai nemici che lo vorrebbero morto come dagli amici che farebbero meglio a crederlo tale. Perché dentro di lui si annida il Sanguinario, un’ombra per cui orrore, fuoco e morte sono un banchetto al quale invitare tutto e tutti. Glokta l’Inquisitore trascina il proprio corpo torturato nei palazzi del potere, investigando su una cospirazione in grado di ribaltare l’ordine costituito. Il giovane Jezal dan Luthar, che forse si accontenterebbe della propria bellezza, sfacciataggine e abilità nella scherma, scoprirà che qualcuno nutre grandi e pericolosi progetti per lui. Il Maggiore West deve lottare contro la propria sorella, l’idiozia delle gerarchie militari, e la costante feroce emicrania. Nelle vene della misteriosa e intrattabile Ferro Maljinn scorre sangue di demone, e una sete di vendetta che minaccia di travolgere un Impero. I loro cammini sono destinati a incrociarsi nella guerra che chiude le sue fauci sull’Unione da Nord a Sud, mentre alle ombre del passato e ai sortilegi si sommano le nuove, devastanti forze dell’oro e della tecnologia.
Recensione: Ho rincorso Joe Abercrombie per molto tempo, indecisa se approfondire la nostra conoscenza o meno. Mi era stato consigliato molto tempo fa, però mi ha sempre lasciato un pò indecisa e probabilmente è anche colpa delle cover che prima, non è che fossero sta gran meraviglia.
Poi è arrivata la notizia del secolo.
Eccoci quindi con una trilogia completa, a doppia colonna, con una veste magnifica!
Essendo il libro di apertura, Il richiamo delle spade funge da introduzione al mondo ed a tutti i personaggi che si dovranno imbarcare nell’avventura epica che Joe ci promette.
Logen, il Nordico dal volto sfigurato e dalle nove dita, sembra essere l’apoteosi del protagonista che da uomo cattivo, cerca di fare finalmente qualcosa di buono. Certo, le buone azioni sono e saranno inconsce, però cosa possiamo aspettarci da uno che si fa chiamare il Sanguinario? Come tipo di personaggio, lo sto attualmente apprezzando, perchè riesce ad avere una parvenza di umanità e riesce a giustificare ogni atto di violenza che commette. Un’uomo che non vorrebbe combattere, ma che deve comunque impugnare una spada “parlante”. Un pò tonto sulle relazioni con le persone, eppure molto astuto sul punto di vista della sopravvivenza.
Glokta, l’Inquisitore storpio, mio personaggio del cuore. Un vecchio sociopatico quasi privo di paura, che ha come scopo quello di far ciò che gli pare, possibilmente facendo soffrire chiunque gli capiti a tiro. Considerando il suo passato e lo sdegno con cui è stato accolto successivamente, non posso biasimarlo. Dimostra comunque una vena di sentimenti, perchè sotto sotto non è una statua di ghiaccio.
Jezal, Capitano viziato e con un ego talmente grande, che è difficile da misurare. Neo campione di scherma, ancora non ha capito veramente cosa vuole nella vita, perchè appena raggiunge un proposito che inseguiva da tanto, si rende conto che il ritorno non è come immaginava. Lui è il tipico personaggio che sta sui maroni a molti, e che cambia solo quando vede che una persona che stima molto, non ricambia i sentimenti.
Ferro, attualmente l’unica donna a far parte del gruppo dei protagonisti, mi risveglia solo grandissime imprecazioni e altre sensazioni poco raccomandabili. Guerriera sfuggita da una condizione di schiavitù, ha in corpo sangue demoniaco e pare, sia una particolarità molto utile al gruppo. Certo, se fosse pure meno stronza e un filo più intelligente, potrebbe anche piacermi. Alla fine, l’essere dei selvaggi in un mondo di damerini, ha anche il suo lato divertente.
Ci sono anche il Primo Mago, a capitanare la ribellione (o vendetta) e anche il Maggiore West, nato popolano e salito di livello per la bravura sul campo di battaglia. Oltre ovviamente a tutta una serie di personaggi che gravitano intorno a loro, utili probabilmente alla storia.
Il bello di questo libro, perchè per ora sono ferma al primo, è che non è un’unica storia ma tante piccole cose, che all’apparenza sembrano poco collegate tra di loro. Sono storie nella storia, e tutte meritano di esser raccontate. Non è però una lettura semplice, un pò per la lunghezza, un pò per il peso (1152 pagine non sono esattamente semplici da sollevare) ma principalmente, per il tipo di storia raccontata. Non esiste il political correctness, ci sono molte parole volgari, ci sono violenze di vari livelli, c’è molto spargimento di sangue e anche razzismo, c’è la guerra, non mi aspetto nulla di differente ma per quei lettori che preferiscono un qualcosa di più “leale”, Joe non va assolutamente bene.
Anche perchè, si crea una certa empatia con i personaggi e nessuno di loro, è un santo.
Ora non mi resta che proseguire con la lettura, sperando di fami bastare il tempo. Però sono incredibilmente curiosa, perchè è vero che in fondo, so già come andrà a finire, però voglio proprio scoprire il Come!
Logen Novedita è un guerriero in fuga dal Nord di cui è stato il campione idolatrato tanto dai nemici che lo vorrebbero morto come dagli amici che farebbero meglio a crederlo tale. Perché dentro di lui si annida il Sanguinario, un’ombra per cui orrore, fuoco e morte sono un banchetto al quale invitare tutto e tutti. Glokta l’Inquisitore trascina il proprio corpo torturato nei palazzi del potere, investigando su una cospirazione in grado di ribaltare l’ordine costituito. Il giovane Jezal dan Luthar, che forse si accontenterebbe della propria bellezza, sfacciataggine e abilità nella scherma, scoprirà che qualcuno nutre grandi e pericolosi progetti per lui. Il Maggiore West deve lottare contro la propria sorella, l’idiozia delle gerarchie militari, e la costante feroce emicrania. Nelle vene della misteriosa e intrattabile Ferro Maljinn scorre sangue di demone, e una sete di vendetta che minaccia di travolgere un Impero. I loro cammini sono destinati a incrociarsi nella guerra che chiude le sue fauci sull’Unione da Nord a Sud, mentre alle ombre del passato e ai sortilegi si sommano le nuove, devastanti forze dell’oro e della tecnologia.