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Oggi mi collego all’argomento iniziato da Autumn, sul suo blog (qui).

Dare o non dare una valutazione ad un libro? Serve? A qualcuno interessa? Bisogna decidere in base al proprio gusto?

Anni fa, davo sempre una valutazione alle letture che facevo. Mi semplificava così nel mettere ordine i pensieri e a fine mese, potevo valutare subito i miei preferiti e quelli da bocciare. Ammetto che mi veniva facile e spontaneo, probabilmente perchè ho l’abitudine di creare liste nella mia mente e quindi non mi ponevo il problema.

Poi ho iniziato a far fatica a farmi bastare i voti pieni e mi sono trovata a dover pensare con i mezzi. Un 2 o un 3? Forse è meglio un 2.5 o un 3–, no? In questo caso si è aperto un buco nero, perché le possibilità erano infinite che però sentivo più mie, dato che avrei potuto esser più precisa, più pignola. Perché non basta scrivere i propri pensieri, bisognava dare anche una valutazione immediata e di facile comprensione.

Alla fine sono arrivata alla deriva. Non riesco più a dare una vera valutazione e quando ne sono costretta, mi sento a disagio. Infatti ho abbandonato questo metodo lo scorso anno e qui, non troverete più stelle o simili. Perché?

Credo che la risposta sia abbastanza semplice.

The Winner

Limitato nel senso che prima si spaziava poco di genere e di autori, perché le possibilità economiche erano quelle che erano e l’informazione, pure. Entra anche in gioco il fattore che da quel momento, i nostri pensieri vengono messi neri su bianco e non rimangono solo una chiacchierata con qualcuno. Incominciano ad aver un certo peso. Quando si inizia ad avere un blog/sito e quindi, a leggere con più costanza, il nostro bagaglio è spesso limitato.

Trovo quindi normale iniziare a valutare in modo così semplice una lettura, perchè c’è poca esperienza e/o pochi riferimenti. I libri o sono belli o sono brutti, una storia può risultare originalissima o no, un tipo di scrittura può essere noiosa o avvincente. Bianco o Nero, Si o No.

Andando avanti però, le cose cambiano perché le storie cominciano ad assomigliarsi ,ma tutte creano reazioni differenti. Quindi un voto secco non si riesce più a dare, bisogna iniziare a diversificare e ad esser più fiscali, più precisi nella valutazione e la cosa diventa più lunga e macchinosa.

La fine arriva quando non si riesce più ad esser sicuri del voto, perchè alcuni libri che di primo acchito trovavi meravigliosi, te li dimentichi in fretta mentre altri rivaluti nel tempo. Quindi un 5 è veramente tale? Un 2 rimarrà così per sempre? Valutare diventa difficile e la domanda topica è; ne vale la pena?

Per me, la risposta è No.

No perchè anche i critici migliori, non sempre la pensano come noi ed un libro tanto amato da loro, per noi può risultare noiosissimo. Affidandoci solo ad un voto, non possiamo esser sicuri di quello che poi troveremo tra le pagine ed è meglio una recensione scritta, che ci permette di valutare i pro ed i contro, che visiva dove non sappiamo nulla.

Certo, se le nostre letture sono affini con alcuni amici, ci fidiamo anche del più banalissimo “compralo” però è un equilibrio precario, di cui non bisogna abusare.

Quindi, meglio spendere cinque minuti per leggere un parere, piuttosto che tre secondi e fare un salto nel buio totale. (anche nel primo caso è un salto però, almeno un lumino l’abbiamo acceso)

Red Kedi in pace con i libri