Se c’è una cosa che solitamente odio nella lettura delle serie, è il tempo che passa da un libro all’altro. Quattordici mesi e secondo voi, io ricordo anche tutti i dettagli del primo? Ovvio che no.
Quindi, riprendere in mano la storia di Sefia è stata una fatica.
In questo secondo libro, lei ed Arciere vogliono scappare lontani dalla Guardia, con la segreta speranza di poter trovare in un futuro un posto abbastanza tranquillo dove stare.
L’illusione però muore presto, quando per caso si trovano sulla strada dei Marchiatori.
Attaccarli e sconfiggerli li metterà davanti ad una grandissima scelta.
Possono usare il Libro come arma con la Guardia stessa?
Con il nuovo piccolo esercito, decidono di liberare Deliene dalla piaga che minaccia ogni ragazzo ma, Sefia più va avanti e più capisce che tutto il dolore che vede negli occhi dei ragazzi è anche colpa sua. I genitori, che lei credeva amorevoli, sono invece stati parte integrante dell’inizio delle barbarie che ora stanno cercando di fermare.
Arciere invece, vuole sempre più vendetta ma morte chiama morte.
Rispetto al primo, questo libro mi ha coinvolto molto più.
Ho apprezzato moltissimo le difficoltà raccontate dei ragazzi, ho apprezzato la maturità non completa di Sefia, ho apprezzato il sentimento di Arciere e anche Tanin, mi ha fatto un pò tenerezza perchè alla fine non si merita la fine che sicuramente farà.
Non l’ho però completamente apprezzato. Le parti dei Pirati mi hanno annoiato in una maniera terrificante, anche se alla lunga anche loro saranno parte integrante della guerra.
In linea generale, si è rivelata una buona lettura ma punto sul terzo.
Spero di non rimanerne delusa perchè in quel caso, potrebbe stravolgere il giudizio finale.