No al Self. Pensieri molto random
Da quando ho deciso di aprire il mio primo Blog, nel lontano 2011, ho letto 46 libri di autori Self e circa 70 libri di piccoli editori. Non sono sicuramente grandi numeri, però posso dire di aver fatto vari tentativi e di aver accumulato un certo bagaglio.
Proprio per questo, diciassette mesi fa, ho deciso che avrei evitato il più possibile la lettura di autori Self e limitato le piccole CE.
Mi sembra doveroso fare prima un piccolo appunto.
Non sono un’anima candida, di errori ne ho fatti e ne farò ancora molti ma, sono aperta al confronto in tutti gli ambiti e soprattutto, apprezzo moltissimo se mi si fanno notare degli errori (in questo caso, solitamente è Madre che parla ma io lo so, lo fa solo perché si diverte).
Ho molti scheletri nell’armadio di cui vado poco fiera ma il tempo scorre e io, cambio. Mi piace crogiolarmi nell’idea di esser diventata più matura e di aver imparato da quelle esperienze.
Crescere però, vuol dire anche prendere determinate decisioni e anche per questo ho iniziato a dire di No.
No agli Autori, No alle richieste di recensione di molte CE, No alle segnalazioni.
Amo l’idea di aver una corsia preferenziale rispetto al lettore medio, mi piace arrivare più avanti di altri e la tranquillità che può offrire un incontro privato però, ho un limite anche io e non mi svendo solo per poter mantenere la posizione.
La decisione nasce da anni di incomprensioni e discussioni mai veramente chiuse.
Tanto per fare un esempio, in questi giorni una ragazza è stata aspramente redarguita da una scrittrice perché, aveva ricevuto una recensione che minava la sua immagine.
Dopo un confronto in privato, la donna ha ben deciso di scrivere sul proprio diario un post dove minacciava di prendere provvedimenti per l’offesa ricevuta e che, se non siamo capaci di fare il nostro lavoro, possiamo trovarci un passatempo alternativo. Per rincarare la dose, sono state taggate un po’ di persone, in modo da avere man forte da gente che fa il suo stesso lavoro.
Il tutto è nato dal fatto che nella recensione, venivano menzionati degli errori che alla lunga, rendevano meno fluida la lettura del libro (dettaglio ovviamente di una certa rilevanza perché il libro, nel complesso, meritava).
Tempo prima, anche se lo vedo anche ora, era venuta fuori una discussione sul fatto che Amazon permetteva e permette di pubblicare recensioni anche agli utenti senza la certificazione di avvenuto acquisto di un libro, dando così varie possibilità agli haters di creare recensioni volutamente basse per minare un determinato autore, nemico del proprio amico.
Dato che siamo come il prezzemolo, qualcuno puntava il dito verso i blogger, “coloro che ricevono copie omaggio senza un vero motivo”.
Prima ancora, una scrittrice si infuriò dopo aver ricevuto l’ennesima risposta negativa alla richiesta di recensire il suo libro che stava per uscire.
Secondo lei, un blogger non può rifiutare perché, il nostro compito è leggere. Facendo delle preferenze, il suo giudizio non poteva essere imparziale.
In sei anni, ne ho viste di cose e dopo un po’, l’idea di dover fare attenzione a TUTTO quello che faccio, mi stanca.
Sono stanca di essere presa in esame in modo così duro, sono stanca di dover ponderare triliardi di volte le mie parole perché potrei offendere la sensibilità di qualcuno, sono stanca di dovermi giustificare per una decisione.
Questo, non è confronto, questa è pubblica gogna.
Collaborare con una grande Casa Editrice è più facile perché, avendo dalla loro grandi numeri, l’autore spesso accetta di buon grado anche la critica più aspra.
Non si offendono se gli si fanno notare degli errori e non vanno in paranoia se qualcuno trova delle parti poco chiare. Alle volte condividono quasi contenti queste cose perché la perfezione, puzza. Non esiste.
Collaborare però con le piccole Case Editrici è più difficile perché, ci tengono a far girare solo notizie positive e in certe occasioni, si sentono quasi offesi nell’orgoglio se il tuo pensiero è diverso dal loro.
Collaborare però con Self è quasi impossibile perché, pretendono una certa professionalità da parte dei blogger che spesso, sfiora la dittatura.
Intendiamoci, non tutti sono da evitare ma secondo il mio modesto parere, il buon 95% si.
Quindi evito, da ieri e per sempre. Non me la sento più di supportare chi da sempre pensa che può sfruttare a proprio piacimento chi si offre per dar loro una mano*.
*piccola postilla. Anche certi blogger sono delle carogne ma, ne parlerò in un momento diverso
Da un lato, mi spiace per le persone sensate e per tutte le belle storie che non scoverò ma, il fegato è mio.
Penso che comunque, sarebbe interessante fare una lista con le “10 cose che offre un blogger” e “10 cose che ci aspettiamo da uno scrittore”.
Come dicevo, il confronto è interessante e quindi, sarebbe istruttivo e divertente condividere ciò che ci aspettiamo, anche solo per trovare in futuro un modo per non scannarci ogni volta.
#salviamociilfegato