La lettura del libro attraverso le emozioni. Sorcery of thorns
Tanti anni fa, quando decisi di aprire un blog, tra le varie cose che volevo fare, era proprio parlare delle Emozioni.
I libri, quando ci affidiamo a loro, sanno parlare al nostro cuore.
Un pò come i grimori del libro Sorcery of thorns, anche i nostri hanno un’anima e trovano sempre il modo di comunicare con noi. Certo, noi per contro dovremmo aprirci a loro, in modo da sentirli.
In questa storia, non c’è un sentimento che predomina su altri.
Esiste l’amicizia.
Elisabeth e Katrien sono entrambe apprendiste e pur essendo molto diverse, si affidano l’una all’altra e sanno di potersi dire qualsiasi cosa, perché entrambe si sono accettate per quelle che sono. Sembra una cosa sciocca da dire, eppure non è così scontato. Essere amici non significa farsi piacere sempre e comunque le cose che l’altro fa, ma esser consapevoli che ciò che si dice e si fa viene fatto senza costrizione. Vuol dire sopportare e accettare i difetti.
Esiste l’amicizia tra Nathaniel e Silas, anche se tra di loro dovrebbe esserci sono un contratto tra padrone e schiavo. Molti Magister tengono lontani i loro servitori speciali, perché anche se sono necessari, incutono timore data la loro provenienza. Eppure loro sono andati oltre, nemmeno sanno quando. Questo legame è così profondo che è quasi impossibile da spiegare. A tratti, rasenta la possessività ma non in modo effettivamente malato.
Esiste l’amore.
Inutile dire che tra Elisabeth e Nathaniel crescerà un sentimento romantico, alla fine sono i protagonisti. Però non esiste solo il lato buono di tutto questo.
Esiste l’amore malato, quello non corrisposto.
Il nuovo Direttore della Grande Biblioteca dove è cresciuta Elisabeth provava dei sentimenti per l’ex Direttrice ma non era corrisposto, perché parte del suo affetto era destinato alla ragazza. Si forma così un senso di invidia e rabbia, che porta ad essere vendicativi alla prima occasione, perché se lui soffre allora gli altri non dovranno esser felici.
Esiste però anche l’amore che porta al sacrificio, quello che ho visto nei grimori durante l’ultima guerra. Qui perdonatemi, ammetto di fare un piccolo e veloce spoiler, che potrà esser capito solo alla fine.
Ci verrà detto che i grimori di alto livello possono risultare pericolosi per gli uomini, essendo spesso creati con incantesimi brutali e sacrifici non condivisi. In loro scorre quindi molta malvagità, eppure…
Esiste l’ipocrisia.
Questo sentimento è così umano, che nemmeno chi padroneggia l’arte della magia ne è immune. Anzi.
Esiste la brama del potere.
Non importa se una persona è povera o ricca, il fascino del potere tocca ogni essere mortale. Tocca talmente piano, che rende impossibile sentirsi dalla parte del torto. Ashcroft ne è l’esempio lampante, anche se non posso dirvi il perché ed il percome.
Esiste la fiducia.
Quando Mercy incontra per la prima volta Elisabeth, non sa chi sia. Vede solo una ragazza sporca e arruffata, che in teoria deve esser rinchiusa nell’ospedale psichiatrico. Non si fa troppe domande, per lei quella ragazza merita un aiuto.
Era da tanto tempo che non trovavo un libro così pieno e forse è stato questo che più mi ha emozionato.