Wulf Dorn

Wulf Dorn

Wulf Dorn

Jacopo Olivieri

NOTE BIOGRAFICHE

Scrittore Tedesco; ha raggiunto fama internazionale sin dal Primo romanzo: La psichiatra. Da sempre appassionato della lettura, Dorn comincia a scrivere vari racconti sin da quando aveva dodici anni. Oltre ad aver studiato lingue, ha lavorato per anni come logopedista per la riabilitazione del linguaggio in pazienti psichiatrici.  La psichiatra, pubblicato in Germania il 5 gennaio 2009, divenuto un caso editoriale grazie al passaparola tra i lettori.

In Italia le sue opere sono pubblicate dalla casa editrice Corbaccio.

LIBRI PUBBLICATI

  • Presenza oscura di Wulf Dorn (qui)
  • La psichiatra di Wulf Dorn
  • Phobia di Wulf Dorn
  • Il superstite di Wulf Dorn
  • Gli eredi di Wulf Dorn
  • Incubo di Wulf Dorn
  • Il mio cuore cattivo di Wulf Dorn
  • Follia profonda di Wulf Dorn
  • L’ossessione di Wulf Dorn

Wolf Dorn [INCONTRO/19]

Wolf Dorn [INCONTRO/19]

Partiamo dal titolo Presenza Oscura, nonostante nei romanzi l’oscurità è contrapposta alla luce, nel romanzo c’è come un rovesciamento tra luce ed oscurità, nella nostra concezione la luce è il bene, e l’oscurità il male, in questo caso la luce è la fine del percorso, restare aggrappati all’oscurità vuol dire in realtà riuscire a tornare alla vita. Volevo sapere se questo rovesciamento di luce ed ombra è stata una dinamica su cui pensavi di lavorare visto che nei tuoi romanzi l’oscurità è sempre presente.

Ho pensato parecchio ad un titolo per questo libro, il mio titolo iniziale era “21”, nei miei libri gioco volentieri con i numeri, e il 21 in questo libro ha vari significati, sono, sia i ventuno minuti di morte di Nikka, ed un’altra cosa che cito nel libro sul peso dell’anima, i 21 grammi dell’anima, ma il titolo 21 rea preso già da tempo, ed io e la mia editrice abbiamo pensato che questa potrebbe non essere l’unica  storia di Nikka, che possano esserci dei seguiti, quindi abbiamo deciso di aggiungere un sottotilo, e quindi in lingua tedesca il titolo è “21_Oscuro Accompagnatore”, mi ha davvero stupito e fatto  piacere leggere il titolo italiano, mi piace moltissimo, ed è vero che c’è questo gioco tra luce ed ombra, penso che noi tutti abbiamo in testa delle immagini fisse, e la luce è sempre la cosa buona, e l’ombra quella cattiva, questa storia gioca anche con la realtà, con quello che potremmo definire la fantasia, quello che ho imparato nei miei tanti anni di lavoro in ambito psichiatrico, ho imparato che la nostra percezione di quello che è reale e normale rispetto  a ciò che non è reale ed è falso, e una linea sottilissima. Proprio perché questo confine è cosi sottile non possiamo sempre distinguere bene le due cose. Può anche significare che la luce non è una cosa buona, e che ciò che è buio non è sempre una cosa cattiva, ed e proprio perché questo libro ruota intorno alle percezioni è interessante vedere come queste cose possono cambiare posizione, e possono anche non essere sempre neutre. 

Parlaci di Nikka, di come è nato il suo personaggio, io personalmente la adoro, e credo si meriti la medaglia d’onore per la tenacia che dimostra nella storia.

Innanzitutto grazie, sono contento di sapere che Nikka riscuota tutto questo successo! I miei protagonisti sono per me come fossero dei miei figli, e quando trovano così tanti amici, io come padre, non posso che esserne felice. Nikka nasce in questo modo, volevo scrivere una storia sulla morte e sul morire, e come in tutti i miei romanzi cerco un protagonista che sia qualcuno che a priori c’entra il meno possibile con la storia, questo crea dei conflitti, e i conflitti portano avanti la storia. Ed è per questa ragione che ho scelto una persona molto giovane, una persona giovane certamente non pensa già alla morte, ma pensa al futuro, a quello che ha da proporle, a ciò che si vuol diventare strappare una persona cosi alla propria vita, crea questo conflitto, che poi dà il via a tutta la storia, ecco perché era importante che io scegliessi una persona così giovane per questa storia, perché una persona giovane sperimenta una serie di cose per la prima volta, noi adulti abbiamo  già un certo bagaglio di esperienza, e sappiamo già cosa può essere pericoloso, e grazie all’esperienza acquisita, e sappiamo anche  come regolarci in certi momenti di difficoltà, un giovane  queste cose  non le sa ancora ed è per questo che ha un punto di vista diverso rispetto alla vita Possiamo dire che ho voluto un avvicinamento naif per un certo argomento, ed io volevo proprio avvicinarvi in questo modo alla storia, ed è per questo che Nikka è così importante. 

Parlaci del personaggio di Sascha, ti sei ispirato a qualcuno per il suo personaggio? E perché proprio questo binomio tra D.J ed infermiere? 

Anche Sascha ha un concepimento piuttosto lungo, doveva essere un personaggio che doveva combinarsi bene con Nikka, Nikka ha una personalità molto forte, Sascha è un giovanotto molto sensibile, e d’altra parte non doveva essere un fifone, infatti è un personaggio forte, la sua forza è nascosta sotto vari strati di timidezza, è anche un ragazzo esile, magrolino, ma nonostante tutto è quello che riesce a rianimare Nikka per 21 minuti, tenendola in vita. In questo caso abbiamo una personalità molto forte, e che si abbina benissimo alla personalità di Nikka. Quando ho iniziato a penare come mettere insieme questi due personaggi, mi sono chiesto ma come fa uno come Sascha a trovarsi lì, ad una festa, nel momento in cui succede quel che succede a Nikka? Visto che nei miei libri la musica ha sempre un ruolo importante per me, lavoro spesso tanto volentieri con citazioni di canzoni, ed è per questo che mi è venuto in mente che Sascha avrebbe potuto essere un D.J, e mi è sembrata un ‘ottima idea! 

Quando si pensa ad un Thriller, inevitabilmente lo si associa a stati d’animo come paura, ansia, angoscia… Invece mi ha stupito associare a Presenza Oscura, oltre quello elencato prima, la parola amicizia, amicizia tra Nikka e Zoe o tra Sascha e Ivo, perché tutta questa forte amicizia? Da dove arriva? 

Credo che quando si scriva una storia sulla morte, sia anche però una storia sulla vita, quindi mi si poneva la questione  di quali sono le cose più importanti nella vita, e cosa sono amore e amicizia, ed è per questo che l’amicizia ha un ruolo  così importante in questo libro, perché assieme all’amicizia c’è anche la paura di perder l’amico, cosi come in amore il proprio campagnolo persone importanti che fanno parte della nostra vita, penso che avere amici sia un arricchimento enorme ed è per questo sicuramente che Presenza Oscura è anche un libro che parla di amicizia 

Puoi parlarci del rapporto con la morte? Del morire, e la morte, nel caso di  Presenza Oscura in questo caso non è nulla di angosciante, è come se fosse un invito a vedere la morte come parte della vita… 

Se Presenza Oscura, spinge il lettore a riflettere sulla nostra esistenza, allora questo libro ha già raggiunto molte cose, perché credo che finché viviamo  e le cose vanno bene, tendiamo a dare per scontato tante cose, e passare oltre ad un sacco di  piccolezze della nostra esistenza, ma se riusciamo  a vedere  la nostra esistenza e, a capire che tutto ha una fine, riusciamo ad essere più attenti e, ad essere grati di quello che abbiamo e forse anche più felici. Quindi, quello che alcuni definirebbe un “Memento Mori”, in realtà non vuole ricordarti che dobbiamo morire, ma al contrario vuole spingerti ad apprezzare di più quel che abbiamo, e se riuscissimo a vivere la nostra esistenza in armonia con noi stessi, credo che non sia necessario aver paura della morte. 

Parlaci di Vanessa, non ti sembra di essere stato un tantino cattivo con lei? 

E’ una cosa che non potevo evitare, perché Vanessa incarna un certo tipo di atteggiamento, ed è per questo che ritenevo importante che nella storia ci fossero due gemelli, abbiamo Zoe, che è totalmente vitale, si gode la vita, è felice, sana, ha dei bravi genitori, è felice, invece Vanessa, è l’esatto contrario, Vanessa non è in grado di giungere a patti con la realtà, diventa astiosa, aggressiva, ed è per questo che mi ha permesso di rappresentare quello che dicevo prima, la luce. l’ombra, troveremo sempre qualcuno  di cui pensiamo  che sia dalla parte Illuminata, dalla parte del sole, ma quello che non dobbiamo fare, è comportarci come Vanessa, ed essere cattivi, aggressivi, dobbiamo sempre sapere che c’è qualcosa di buono nella vita, e noi dobbiamo essere in grado di riconoscerlo e anche di saperlo valutare, lo vediamo alla fine anche con Vanessa quando esce con Nikka e scopre quante cose belle ha la vita da offrire… Però noi autori, a volte, siamo un po’ cattivi con i nostri personaggi e dobbiamo farli soffrire un po’ affinché esista una storia. 

Non hai avuto timore ad affrontare una tematica che spaventa, fa paura come il tema della morte? Ha pensato a noi lettori, e che potesse far paura leggere di una tematica che spaventa così tanto? È un tema cui volevi e sentivi la necessità di voler raccontare? 

Si ho avuto paura che per il lettore non fosse facile, perché nella vita vorremmo sentir parlare di molte cose, ma non certamente della morte o del morire, se uscissimo normalmente una sera, potremmo parlare di un sacco di cose, ma dubito che ci metteremmo a dire: ma tu come te lo immagini il trapasso? E questo sicuramente anche per il motivo che all’interno della nostra società la morte resta sempre un argomento un po’ tabu’. In altre culture se andiamo a guardare, la morte fa parte della quotidianità, per esempio in sud America c’è El Dia de los Muertos dove si festeggiano i defunti, i giapponesi nel fine settimana vanno al cimitero e fanno il picnic sulle tombe dei loro morti per ricordarne e comprenderli nelle loro esistenze. E quindi il ruolo della morte all’interno della società dipende proprio dalla società. Quando sono andato dalla mia editrice e le ho detto di avere una nuova idea per un nuovo libro, e lei tutta contenta mi ha chiesto di cosa si trattava, ed io le ho risposto che avrei parlato di una ragazza che avrei fatto morire esattamente alla pagina numero uno…. Inizialmente è rimasta senza parole, poi ovviamente le ho raccontato come intendevo portare avanti la storia, e sono felice di poter dire che ha avuto coraggio di darmi l’ok. So dai miei lettori che mi hanno scritto, che non sanno se leggeranno questo mio libro, proprio per via dell’argomento, però, forse, magari proprio grazie attraverso i vostri blog, riusciranno a trovare il coraggio di dare un’occhiata al libro e vedere se vale la pena rischiare di leggere Presenza Oscura.

Wolf, cosa puoi dirci dei tuoi futuri progetti, c’è già qualcosa in cantiere? 

Sì due settimane fa ho cominciato a scrivere il mio nuovo romanzo e vivo molto a Fahlenberg, e il prossimo anno sarà un anno speciale e particolare, sarà il mio decimo anniversario in Italia, La Psichiatra  compirà dieci anni, ed è il libro per il quale ricevo così tanta posta dai miei lettori, e molti mi chiedono se un giorno ci sarà un seguito ,ed è per questo che adesso sto scrivendo il seguito della Psichiatra, momentaneamente sulla prima pagina c’è scritto solo La Psichiatra due, non posso ancora promettervi che l’anno prossimo sarà pronto, ma questo sicuro è in cantiere, e spero che sarà il prossimo libro di cui la prossima volta ne parleremo tutti insieme. So che sto calpestando un terreno pericoloso, perché la Psichiatra per molti lettori, ha un significato particolare, e continuare una storia di questo genere con il rischio che il seguito non piaccia, però credo di avere un’idea per cui questo seguito potrebbe funzionare, perché sono rimasti dei punti non chiariti, in cui credo di riuscire a dare delle risposte. Poi scriverò ancora di Nikka sicuramente..

Wolf, a me, come credo alla grande maggioranza dei tuoi fans, piacerebbe vedere una trasposizione cinematografica, a mio avviso questa storia si presta perfettamente per un eventuale film, tu cosa ne dici? 

So che qualcuno ha contattato la mia agente per acquisire i diritti del libro per un film, ma al momento non so dirvi di più…

Wulf Dorn-Autor
Presenza oscura di Wulf Dorn

Charlotte Link [INCONTRO/17]

Charlotte Link [INCONTRO/17]

Non c’era possibilità di fuga, quantomeno nessuna che non fosse elaborata e complessa e che non richiedesse molto rumore. Il che stava a significare che ci si poteva scordare di andarsene di lì.

Dico sempre che amo andare agli incontri ed è vero. 

Amo la possibilità di dar voce a tutte le mie domande guardando negli occhi lo scrittore. 

Amo gli pettegolezzi fatti prima dell’incontro, l’ansia di arrivare per tempo. 

Amo il dopo, quando tutti siamo più leggeri e ci sfottiamo un pò. 

Amo farmi coinvolgere dalle belle parole dello scrittore e magari cambiare idea del libro perché ho visto, che qualche volta il mio giudizio negativo deriva da un’incomprensione o da dei dubbi. 

Lunedì scorso, ho avuto modo di parlare con Charlotte e di intervistarla insieme alle altre Blogger. 

Come vi dicevo, il bello di queste cose sta anche nel panico che precede l’incontro, quando stai ancora cercando di capire che domande fare. 

“Senti, ma te sai già cosa chiedere?”
“Si. Voglio sapere che droghe assume prima di scrivere”

Perchè si, questa lettura è stata bella ma anche sofferta.

Ammetto che comunque è stata difficile, Charlotte parlava solo tedesco e per quanto mi sia piaciuto ascoltarla, la diretta è stata così lunga che volevo morire. 

La traduttrice (santa donna), doveva aspettare la nostra domanda, tradurgliela, stenografare la risposta e tradurcela.

Più di un’ora di intervista ma giustamente, non potevamo fare altro. Pazientemente, abbiamo avuto tutti la possibilità di chiederle qualcosa (e di fare spoiler) e lei, tranquillamente, dissipava i nostri dubbi o saziava le nostre curiosità. 

Ho deciso di riportarvi solo alcune domande. Se invece, volete conoscere ogni dettaglio, potete andare sulla pagina della Corbaccio a vedere il video!

Ha scritto molti libri di genere diverso. Da dove riceve maggiore ispirazione? Cosa le dà il la per partire con una nuova storia?

La primissima ispirazione arriva sempre da qualcosa di banale e quotidiano. Può essere una frase che sento, oppure l’espressione di un viso e niente di più. Questo costituisce il primo episodio di una sequenza di riflessioni che faccio, che mi portano a immaginare una storia che non ha niente a che fare con la persona che ha fatto nascere quella scintilla, e il tutto diventa un libro.

Quindi, nessun fatto di cronaca specifica le ha dato ispirazione per quanto riguarda i fatti narrati nel libro? 

Non sono stati tanto i fatti di cronaca o i giornali che mi hanno dato lo spunto, ma prima di cominciare a scrivere questo libro ero stata per ragioni mie a Sofia, in Bulgaria, e ho avuto quindi dei contatti con gente del posto. Queste persone mi hanno raccontato di una ragazza è scomparsa in circostanze misteriose, e di lei non si sono più avute notizie. Questa è stata la prima scintilla della storia. Molte delle persone che scompaiono senza lasciare traccia, spesso lo fanno volontariamente e non vogliono più dare notizia di sé.

I personaggi del romanzo, sono tanti e molto diversi tra loro. Si è ispirata a qualcuno in particolare oppure sono frutto della sua fantasia?

Non creo mai delle figure prese come copie da qualcuno che conosco veramente, ma sono le persone che finisco per conoscere che mi forniscono ispirazione per i personaggi dei miei libri. Osservo molto attentamente sia le mie esperienze di vita, sia quelle di queste persone e poi costruisco a poco a poco un personaggio che è un insieme di tutti i dettagli e sviluppo una sua vita specifica.

Quanto è importante l’immedesimazione durante la scrittura?

Tento di non identificarmi mai eccessivamente nei miei personaggi, perché devo poi anche scriverne e quindi è necessario mantenere una certa distanza. È sempre una questione di equilibri: da una parte mi devo proprio immergere in tutte le sensazioni dei personaggi, ma contemporaneamente devo mantenere la distanza che mi serve per rimanere oggettiva e neutrale nel momento in cui scrivo.

Quando scrive un romanzo come decide chi sopravvive e chi muore?

Come anticipavo prima, spesso ho un piano iniziale, col quale parto, però i personaggi a un certo punto sviluppano una vita propria e a volte uno che era destinato a morire in realtà sopravvive, o viceversa, quindi il mio piano iniziale può cambiare.

C’è un personaggio a cui è più legata?

Simon. C’è un modo di dire tedesco, “uovo molle”, che descrive una persona debole, e quello di Simon è un personaggio interessante proprio perché non risponde all’idea di uomo forte. È un personaggio pieno di dubbi, che si lascia sfruttare ma arriva a un punto in cui capisce che non può andare avanti così, perché i suoi insuccessi si moltiplicano a tutti i livelli e ha bisogno di un evento drammatico per cambiare.

Non ha avuto paura che Nathalie risultasse un personaggio troppo negativo?

Posso immaginare che alcuni lettori possano provare difficoltà a identificarsi con lei perché è un personaggio disturbato, tuttavia il lettore deve anche essere capace di sopportare questo genere di personaggio, perché ce ne sono anche nella nostra vita di tutti i giorni. Nel suo caso specifico c’è però un’evoluzione in positivo.

La scelta può diventare una colpa?

Questo è un tema molto importante all’interno del libro, perché a volte nella vita hai veramente delle frazioni di secondo per decidere che cosa fare, ed è quello che accade sulla spiaggia a Simon. Lui ha troppe poche informazioni per sapere se la sua decisione di un momento sarà corretta oppure no, così come spesso accade nella vita. È soltanto dopo molto tempo che guardandoti indietro puoi stabilire se è stata una buona scelta o no. Proprio questa tematica mi affascina e mi coinvolge molto, è una questione veramente interessante: fai una scelta e poi ti ritrovi a dover combattere contro un senso di colpa causato da quella scelta.

Quando finisce di scrivere un libro, a chi lo fa leggere per primo?

Appena finisco un romanzo lo do da leggere contemporaneamente a mio marito e alla mia editrice. Mio marito direi che si comporta in una maniera abbastanza particolare: in prima battuta mi dice tutto quello che non gli è piaciuto, e quando sono proprio a terra mi dice che sì, in fondo il libro può andare. Invece la mia editrice si comporta al contrario: prima mi elenca tutti i pregi e poi le cose che possono essere cambiate o migliorate. La cosa è interessante perché ognuno tende a valutare diversamente i vari personaggi. È importante sapere quando un certo personaggio a qualcuno non sembra comportarsi in maniera logica: questo per me è un segnale molto importante, perché significa che probabilmente non sono riuscita a descriverlo correttamente e quindi devo rimetterci le mani e cambiare qualcosa.

Avverte la pressione di dover scrivere ogni volta un altro bestseller?

In una certa misura il successo costituisce una pressione. Il fatto che l’ultimo libro abbia avuto successo muove tutta una serie di aspettative rispetto al prossimo che dovrà essere “bello tanto quanto” o anche migliore. È sempre difficile quando vedo sulla fascetta del libro non ancora entrato  nelle librerie “l’ultimo bestseller di …”. Questa è una cosa abbastanza difficile da gestire e che desta sempre grandi attese.

Charlotte Link_Autore
La scelta decisiva di Charlotte Link