Stelle e ottone. The hidden society

Stelle e ottone. The hidden society

Stelle e Ottone di Jude Archer
  • Personaggi 90% 90%
  • Worldbuilding 85% 85%
  • Fluidità 90% 90%
  • Cover 90% 90%
  • E il finale 85% 85%

Stelle e ottone. The hidden society

«Valmori», disse, studiando il mio abbigliamento con un accenno di sorpresa, che presto sfumò in fastidio. «Ti fanno già vestire come una di noi?»
Strinsi le dita dietro la schiena, condividendo segretamente il pensiero di non meritare affatto l’uniforme, ma non gli avrei mai dato la soddisfazione di trovarmi d’accordo. «Sì, e hanno detto che presto mi daranno anche una bacchetta.»

Recensione: Voglio un Ismael Sagredo tutto per me.
Lo so, è una richiesta impegnativa e poco pratica, visto che sono accompagnata e lui sarebbe un pò troppo giovine per me ma insomma, parliamone.

Ambra Valmori è una studentessa modello che passa le sue giornate a studiare ciò che ama. Il suo eccesso di zelo oscilla tra il desiderio di non voler deludere le alte aspettative di Domiziana Falier, amica intima della madre e attualmente proprietaria della stanza dove alloggia, e il voler essere migliore del suo saccente compagno di corso Ismael Sagredo, “nemico” giurato fin dalle prime lezioni.
Sono queste le sue maggiori preoccupazioni.
Eppure, il giorno dell’esame di Archeologia Persiana non inizia nel migliore dei modi e a quanto pare, non è l’unica cosa che non va per il verso giusto.
Come in un perfetto effetto domino, prima perde l’equilibrio emotivo faticosamente ricostruito dopo la sua breve scomparsa e poi, scopre di aver perso un oggetto molto importante. Infine, proprio perché non ci dobbiamo far mancare nulla, intuisce che alcune strane persone sono lì per lei e che in qualche modo sono legate alla brutta esperienza vissuta tempo prima e a ciò che ha perso.
Non tutto però è negativo. Ambra scopre che la magia esiste veramente e che forse, c’è un posto per lei in quel mondo.

Mi sono approcciata a questo libro con molte riserve perché UNO, non leggo molti autori italiani (no comment, lo so) e DUE, non sono una grande sostenitrice delle storie che diventano virali fin da subito. Però l’estetica è eccezionale e io sono un pò una “gazza ladra”; mi faccio conquistare da ciò che è bello.
Considerando il mio commento iniziale, è facile intuire che tutto sommato non ho fatto un pessimo acquisto.

Ambra è quel genere di personaggio che non trovo inutile ma che non brilla nemmeno di intelligenza. Ci sono state molte occasioni dove avrei voluto scuoterla per farle ritrovare la ragione però, mi ha fatto anche molto ridere in altrettante occasioni e per certi versi, alla fine capivo perché faceva quel che faceva.
L’ansia di far illuminare il bracciale delle doti magiche? Ci sta, quello è l’unico lasciapassare per poter essere ammessa all’accademia di magia e lei SA che quello è il suo vero posto. Certo è che pensare di imbrogliare, non è il metodo migliore…
La frustrazione per non aver l’accesso completo alla biblioteca? Condivisibile la fregola del voler apprendere tutto e subito ma, in linea teorica, non fa ancora parte degli studenti. Ci sarebbe anche un secondo punto da tener in considerazione qui ma è spoiler, quindi mi astengo. Posso invece dire che si concentra sempre sul punto sbagliato delle questioni. Ambra si sbatte moltissimo per essere all’altezza delle situazioni che le capitano, cosa che le fa onore perché non tutti ci riuscirebbero ma è talmente tanto concentrata su questa cosa che non presta le dovute attenzioni sulle cose realmente importanti. Tipo: gli esseri che la aggrediscono fuori dal museo fanno riferimento alla sua brutta esperienza ma non si interroga poi molto sul perché. Oppure, non parla con il Preside delle doti che ha dimostrato sempre durante l’aggressione di prima, il che è scioccante perché in qualche modo vuol dire che ha dei poteri e che quindi, ha veramente diritto a stare lì. Invece no, deve sbroccare malissimo per far vedere che vale qualcosa. Oppure, non si chiede perché le viene regalato un oggetto che le limita i poteri ma non dopo che ha sbroccato davanti a tutti, prima.
Cioè.

A parte questi momenti, ho adorato quasi tutti i personaggi e la scorrevolezza della storia.
Ho amato Ismael (“So che l’ultima volta che ti hanno regalato un gioiello era per inibirti. Questi sono per farti brillare.”) ma anche i nuovi amici Bianca e Leo, mi è piaciuto vedere una Venezia più magica del solito ma anche una Biblioteca che ha una vita propria. Mi è piaciuto lo specchio dei sospiri che riflette il “viso a cui rivolgiamo i nostri pensieri più trasognanti” e anche la lanterna che segue lo studente a cui è stato assegnato, un pò come un cucciolo. Certi dettagli mi hanno ricordato altri libri letti nel corso degli anni ma non è stata una cosa spiacevole.
La componente sentimentale c’è ma è ben inserita e soprattutto, non è dominante. Per quanto riguarda la caratterizzazione dei personaggi, non tutti sono ben delineati ma è il primo libro, quindi spero di veder qualcosa di più in futuro.

INFO

Autore: Jude Archer
Pagine: 480
Prezzo: € 24
Uscita: 23 gennaio 2024
Genere: Fantasy
Casa Editrice: Il Castoro

TRAMA

Ambra Valmori pensa che i suoi unici problemi siano l’imminente esame di archeologia persiana e la competizione spietata con il suo odiato rivale accademico, Ismael Sagredo. Ma gli astri hanno altri piani per il suo destino. Nel giro di una notte scopre che la magia esiste ed è ovunque intorno a lei, che i professori dell’Academia delle arti magiche di Seledia la considerano una minaccia alla loro segretezza e, peggio ancora, che il brillante mago che sarà costretto a farle da maestro è proprio Ismael. In una Venezia affascinante e inedita, insieme faranno luce sul misterioso passato di Ambra, che capirà di se stessa molto più di quanto aveva mai immaginato. E scoprirà che le stelle possono essere crudeli.

Stelle e ottone_Quotes

Stelle e ottone_Quotes

«Davvero, Valmori? Hai appena scoperto l’esistenza della magia e la tua prima reazione è interessarti ai palazzi?» Ismael mi lanciò un’occhiata di traverso, aveva reclinato la testa e sulla fronte c’era il segno di un graffio della stessa forma della stecca dell’ombrello. «E potresti essere un po’ meno maldestra?»
«Potresti essere un po’ meno alto?», ribattei facendo per avanzare, quando sentii le sue mani avvolgere le mie e prendermi il manico di mano.
«Vedrò cosa posso fare»

Rabbrividii e fremetti al pensiero, osservando il sole che finalmente sorgeva a rischiarare l’oscurità. Fu allora che intravidi un braccio affiorare dalle acque, seguito da una massa di capelli scuri e la linea di una schiena.
Una sirena, pensai di getto, perché in pochi avrebbero potuto nuotare contro quelle correnti. Rimasi attonita a fissare la sagoma fino a quando una mano olivastra non afferrò la scaletta sul bordo della Fondamenta poco lontano da me. Dalle onde emersero le spalle tornite e il viso concentrato di Ismael Sagredo.

Strinsi le dita a pugno per ricordargli che il loro posto era lì, ben vicino al mio corpo, possibilmente strette attorno a una penna o altri strumenti di lavoro. Non certo addosso a Ismael Sagredo. «Questa volta sei stato tu a barare allora», osservai, e ora farfugliai per davvero.
«Ma a te non sembra sia dispiaciuto», replicò arricciando gli angoli delle labbra e salutandomi con un cenno della mano, prima di scomparire oltre la porta.

Si voltò a guardare le due colonne, stringendosi ancora il braccio, ma nei suoi occhi riconobbi un dolore diverso. Era come guardare un animale intrappolato in una gabbia di splendidi glifi. Ismael allungò una mano senza però toccare le colonne. «Le hanno rubate senza nemmeno conoscere la lingua, capisci?
Perché erano belle, come se l’estetica fosse il fine di ogni creazione. Queste incisioni erano un canto per la loro gente e portandole via le hanno rese mute. Quello che hai visto aprirsi non è un portale, è una ferita.»

So che l’ultima volta che ti hanno regalato un gioiello era per
inibirti.
Questi sono per farti brillare.
I.S.

«Valmori», disse, studiando il mio abbigliamento con un accenno di sorpresa, che presto sfumò in fastidio. «Ti fanno già vestire come una di noi?»
Strinsi le dita dietro la schiena, condividendo segretamente il pensiero di non meritare affatto l’uniforme, ma non gli avrei mai dato la soddisfazione di trovarmi d’accordo. «Sì, e hanno detto che presto mi daranno anche una bacchetta.»

Ismael annuì, inspirando una boccata di fumo dell’incenso. «Ho
davvero fatto il tuo stesso ragionamento, Valmori? Devo essere proprio acciaccato.»

«Cosa ti fa tranquillizzare, Ambra?»
La sua voce mentre chiamava il mio nome lo faceva, ma non potevo ammetterlo. Gli avrei solo strappato un altro sorriso compiaciuto.

Ma nulla poteva spiegare la mia stupida euforia di fronte al sorrisetto di Ismael, quando si chinò abbastanza da potermi sussurrare: «Pare che dovrai continuare a chiamarmi professore, Valmori».

Stelle e Ottone di Jude Archer

Una di famiglia

Una di famiglia

  • Personaggi 70% 70%
  • Worldbuilding 70% 70%
  • Fluidità 60% 60%
  • Cover 60% 60%
  • E il finale 70% 70%

Una di famiglia

Recensione: Millie è una giovane ragazza in cerca di un lavoro che possa permetterle di ricominciare una nuova vita.
Non ha molte esperienze lavorative e di sicuro non per fare la governante ma, la lussuosa villa dei Winchester può offrire molto. Come prima cosa, uno stipendio estremamente generoso così da poter essere totalmente indipendente e secondo, un letto su cui dormire, così da non dover più passare le notti sui sedili posteriori della sua modesta e piccola auto.
Ci sono solo due piccoli problemi.
Milli ha un passato veramente scomodo, un qualcosa che solitamente porta la gente a non fidarsi di lei. Deve tenere così un profilo molto basso e sperare che nessuno la controlli. Motivo per cui, decide di subire in silenzio gli sbalzi d’umore di Nina, la padrona di casa. La donna cambia umore con la stessa velocità con cui una persona sbatte gli occhi ed è pure disordinata. Non è di grande aiuto nemmeno Cecelia, la figlia che Nina ha avuto in giovanissima età e che ora sembra una bambola di porcellana dato che mette sempre dei vestiti bianchi svolazzanti. Così eterea ma anche così glaciale e distaccata.
A peggiorare definitivamente le cose c’è Andrew, il marito di Nina, un’uomo affascinante che sembra capire le sue difficoltà quando di mezzo c’è la moglie e fa di tutto per renderle il lavoro un pò meno pesante.
Millie dovrà quindi destreggiarsi tra le sue bugie ed i segreti di una famiglia apparentemente perfetta.
Nina soffre veramente di pazzia come dice la gente? Cecelia è così solo perché ci è nata, oppure è un modo per non attirare su di sé l’ira di qualcuno? Andrew è un martire oppure ci guadagna qualcosa?

Fino a circa metà libro, pensavo fosse una storia senza una grande fantasia.
La routine in casa Winchester è logorante e più il tempo passa e più le cose sembrano precipitare. Nina diventa sempre più scostante, prima dice una cosa e poi se ne dimentica, controlla Millie in modo quasi ossessivo, prima amiche amiche e poi “stai al tuo posto, chi ti ha dato il permesso di aver tutta questa confidenza”, la incolpa di qualsiasi cosa.
Più il tempo passava e più mi veniva il nervoso.
Un po’ per la situazione, perché non riesco ad essere distaccata da quello che leggo e un po’ perché non capivo dove si volesse andare a parare. Va bene la situa difficile, ma quindi?
Poi, arrivano i capitoli di Nina e da lì, ho capito che è lei la vera protagonista.
Follia e genialità si mescolano.

Non posso dirvi cosa succede, sarebbe uno spoiler unico e so che alle persone questa cosa non piace, quindi mi limiterò a dirvi che se non fosse per il finale delirante, questo libro sarebbe un dieci.
Sfortunatamente, anche l’epilogo ha distrutto il castello che faticosamente avevo iniziato a costruire. In realtà, anche le dinamiche degli ultimi due capitoli mi hanno fatto vacillare ma mai come le ultime pagine.

Ci troviamo nuovamente con Millie che sta affrontando un colloquio da governate ma la motivazione dell’assunzione, ha dell’incredibile.

INFO

Autore: Freida McFadden
Pagine: 350
Prezzo: € 9.90
Uscita: 30 maggio 2023
Genere: Thriller
Casa Editrice: Newton Compton Editori

TRAMA

Millie è in cerca di un lavoro per ricominciare una nuova vita. Pur non avendo referenze, riesce a farsi assumere come governante nella lussuosa villa dei Winchester. Non è esattamente il lavoro dei suoi sogni: polvere e cattivo odore invadono le stanze, e la padrona di casa, Nina, è una donna annoiata e instabile, che sembra godere nel vederla faticare dalla mattina alla sera. Però, quantomeno, Millie qui può fingere di essere un’altra e sentirsi al sicuro dalle ombre che la tormentano. Ma qualcosa non quadra in casa Winchester: la porta della sua stanza si chiude solo dall’esterno, e il giardiniere, Enzo, fa di tutto pur di metterla in guardia… ma da cosa, esattamente? Nonostante i presagi siano sempre più inquietanti, Millie deve resistere, non ha altra scelta. Quando conosce Andrew, l’affascinante marito di Nina, ha una ragione per restare e sentirsi al sicuro. Il passato non può raggiungerla. Ma Millie ancora non sa che i segreti della famiglia Winchester sono molto più pericolosi dei suoi…

La stanza dei serpenti

La stanza dei serpenti

La stanza dei serpenti di Alberto Verzè
  • Personaggi 60% 60%
  • Worldbuilding 70% 70%
  • Fluidità 60% 60%
  • Cover 80% 80%
  • E il finale 50% 50%

La stanza dei serpenti

Recensione: A Long Seat Lake ogni cinque anni una ragazza scompare senza mai fare ritorno. Lo sa bene Alan Pyrst, perché è così che ha perso sua sorella maggiore Nathalie, nel lontano 2000.
Ora, quindici anni dopo quel terribile fatto, Alan ed i suoi amici si ritrovano a dover fare i conti con questo insolito mistero. Chi si nasconde dietro queste sparizioni e perché la polizia non riesce a trovare il colpevole? Gli incubi di Alan sono per caso collegati a tutto quello che sta succedendo?
Loro malgrado, dopo aver trovato un cadavere, si trovano invischiati in questo turbinio di segreti.
Saranno pronti a sacrificare ogni loro certezza?

Trovo che la copertina di questo libro sia ammaliante.
Non è spettacolare e nemmeno priva di difetti ma comunque fa il suo sporco lavoro. Il rosso affascina e quella barca, che sembra essere sorretta da un groviglio di serpenti, suscita curiosità. Come dite? Perché sto partendo da quello e non direttamente dalla storia? Beh, fatevi due domande.

Spesso mi sento una tragica rompina o comunque un’eterna insoddisfatta. Trovo sempre dei lati negativi nelle storie che leggo ma vi giuro che non lo faccio intenzionalmente. Non mi diverto nel parlare male del lavoro degli altri, so bene quanto impegno ci vuole per scrivere un libro e conosco la sofferenza dell’editing ma per l’amor del cielo, non posso chiudere sempre gli occhi.
In questo caso specifico, devo dire che mi sono cadute le braccia per due semplicissimi motivi. Punto primo, l’inutilità di certe scene che non servono alla storia (giusto per fare un piccolo esempio, a nessuno interessa sapere che Alan, dopo essersi fatto la doccia, usa energicamente un asciugamano sui capelli e che per farsi bello per la sua bella, decida di usare un profumo. Sono piccoli dettagli che dovrebbero creare atmosfera ma che in questo specifico caso, dopo righe e righe di scene del genere e quasi nulla sul fronte mistero, facciamo che anche no?) e punto secondo, la troppa velocità nel descrivere la parte finale che si svolge nel giro di “due pagine”. La suddivisione delle cose, a mio avviso, non è stata fatta in modo bilanciato.

C’è poi una scena che proprio mi fa uscire di testa per la “stupidità”.
(ATTENZIONE, POSSIBILE SPOILER)
Ad un certo punto della storia, Alan ed il suo gruppo di amici decidono di andare alla “Secret Beach” con tre ragazze. Insieme a loro, solo per quella volta, uno dei ragazzi porta con se un cane da caccia e pare che sia il migliore (ed il più coccolone) della muta.
Mentre stanno seguendo il sentiero, l’animale sembra dare di matto ma in qualche modo riescono a tenerlo vicino a loro. La stessa cosa si ripete quando tornano verso le macchine ma con un esito differente. Alan e due degli amici inseguono il cane nei rovi e appena lo trovano, notano che sta scavando il terreno in modo forsennato.
Chissà come mai, eh?
ORA, io dico. Da non molto tempo è scomparsa una ragazza e con voi c’è un eccellente cane da caccia. Siete in un posto praticamente introvabile perché il sentiero è nascosto quindi nessuno ci passa. Posso capire che il ritrovamento di un cadavere non sia il primo pensiero ma insomma, cadere dal pero in quel modo è fin troppo ridicolo.

Ovviamente questa scena non rende il libro brutto, fa solo cadere l’anima. A rendere però la lettura negativa è l’insieme di vari dettagli che, come dicevo sopra, non sono stati mescolati bene.
Tra l’altro, la scena madre che dovrebbe farci sgranare gli occhi per la sorpresa, dura solo un battito di ciglia e in conclusione, rimani con in mano un pugno di mosche. Cosa ha spinto i colpevoli a fare quello che hanno fatto e come sono riusciti a trovare i loro adepti? Perchè Nathalie ha buttato tutto al vento? C’è o non c’è un collegamento soprannaturale tra i due fratelli? Perché Alan alla fine ha buttato tutto al vento, al posto di reagire?
Insomma, dopo duecento e passa pagine, mi trovo con più domande di prima e le risposte le devo cercare nella mia fantasia perché anche ripensando alla lettura appena finita, non trovo molto materiale che possa aiutarmi. Questa cosa mi rende molto triste perché l’idea di fondo era interessante e poteva venir fuori un qualcosa di molto ansiogena, vista la famosissima stanza dei serpenti. Anche la storia di Nathalie sarebbe stata molto utile per fare atmosfera ma la vediamo passare come una meteora… L’unico vero punto a favore di tutto questo è la fluidità con cui si fa leggere.
Invocazioni a parte.

INFO

Autore: Alberto Verzè
Pagine: 238
Prezzo: € 16
Uscita: 21/09/2021
Genere: Thriller
Casa Editrice: Viola Editrice

TRAMA

A Long Seat Lake ogni cinque anni una ragazza scompare senza mai fare ritorno. Alan Pyrst è stato segnato da un evento indelebile: anche sua sorella Nathalie è sparita nell’anno 2000. Quindici anni dopo, Alan e i suoi amici si ritrovano coinvolti direttamente in questo enigma in seguito alla scoperta fortuita di un cadavere ignoto lungo il sentiero per la “Secret Beach”, la spiaggetta in cui il gruppo è solito incontrarsi. La terrificante vicenda li spinge a cercare di ottenere maggiori informazioni, scavando nel passato e nel presente della cittadina adagiata sulle rive del lago. Tuttavia, gli indizi raccolti sembrano condurli a uno strano simbolo. Un simbolo plasmato dalla morte stessa… ma il peggio dovrà ancora arrivare…

L’ultimo spettacolo

L’ultimo spettacolo

L'ultimo spettacolo di Fabio Boaro
  • Personaggi 20% 20%
  • Worldbuilding 30% 30%
  • Fluidità 30% 30%
  • Cover 40% 40%
  • E il finale 10% 10%

L’ultimo spettacolo

RecensioneL’ultimo spettacolo racconta la storia di un Reality che, come tema, ha il gioco di ruolo.
Sette concorrenti isolati in una casa, una settimana a disposizione per vincere il programma e una considerevole somma in denaro.
Le regole sono poche e semplici.
Sei vittime ed un killer.
Non avranno contatti con il mondo esterno per tutta la durata del programma, le telecamere riprendono tutto il tempo, possono fare quello che vogliono ma ad un certo punto della sera saranno obbligatoriamente confinati nelle loro stanze e non potranno uscire fino alle sette del mattino.
Avranno 168 ore di tempo per scoprire chi di loro è il killer mentre lui avrà il compito di ucciderli, uno al giorno.
Ovviamente saranno uccisioni simboliche ma cosa succede quando questa convinzione si scontra con un fiume di sangue?

Posso dirlo? “PER ME E’ NO.
L’idea di base era potenzialmente spettacolare. Richiudere sette persone totalmente differenti in una casa e vedere fin dove sarebbero stati disposti a spingersi per un mucchio di soldi… Una meravigliosa critica al mondo dei Reality e all’umano stesso, gestita però in malo modo e con un’italiano decisamente discutibile.
Questo genere di lettura è tra le mie preferite, non tanto per la questione morale (che comunque ha il suo fascino) quanto per la tensione che si dovrebbe creare. Certo, non avendo io una grande opinione della maggior parte della gente, capire chi sia la “mela marcia” del gruppo è un compito semplice ma, per come sono stati caratterizzati i vari personaggi, anche un neofita non avrebbe avuto problemi.
Non posso fornire una descrizione dettagliata sui sette concorrenti, magari volete leggerlo anche voi, però posso assicurarvi che è facile.
Oltre a questo, per più della metà del libro la passiamo a conoscere il protagonista numero uno, colui che i Reality li odia ma che ci finisce dentro. Un po’ per caso e un pò per scelta, sarà lui la voce narrante e lo farà in un modo così patetico che ad un certo punto quasi capisco le parole del killer e la sua voglia di giocarci un po’.
Empatizzare con gli altri è impossibile, non ne abbiamo il tempo e sinceramente, Fabio Boaro sembra non averci messo nemmeno lui una gran voglia. La tensione non l’ho vista nemmeno con il binocolo, lo spiegone finale mi ha fatto urlare “VA CHE LO SAPEVAMO GIà TUTTI, SEI L’UNICO CON LE FETTE DI SALAME SUGLI OCCHI” e il finale lo trovo inspiegabile. Nel senso, sapevo già come avrebbe reagito il vincitore perché a quel punto il tripudio di banalità non poteva fermarsi ma il ritorno di un certo personaggio, mi ha lasciato un gigantesco punto di domanda. Sarà stato l’ennesimo insegnamento che i soldi possono sanare qualsiasi cosa? Chissà.
Quello che è certo, è che mai più un self (di Fabio ho anche “Ritorno a casa”, seguito penso non obbligatorio di questo libro ma per come stanno le cose, mi sa che non lo leggerò mai, anche se sono meno di cento pagine).

INFO

Autore: Fabio Boaro
Pagine: 236
Prezzo: € 9.99
Uscita: 29/09/2022
Genere: Giallo; Thriller
Casa Editrice: Self

TRAMA

David Leroil ha sempre odiato i reality show e la TV spazzatura, ma adesso, superati i trent’anni, molte delle sue certezze sono venute meno.

Ha alle spalle un brutto divorzio, è intrappolato in un lavoro che non lo gratifica e passa quasi tutto il suo tempo da solo.

Perché quindi non tentare qualcosa di nuovo?

 

Un nuovo reality show, un evento mai visto prima.

 

La premessa è semplice: sette persone chiuse in una grande casa, che dovranno trascorrere una settimana sotto i riflettori, partecipando a un gioco di ruolo. “Vittime” che dovranno sfuggire a un “killer”, per non essere eliminate dalla competizione.

Il premio? Cinque milioni di dollari e la popolarità a livello globale.

 

E’ tutta una finzione, non c’è alcun rischio…

 

Una volta all’interno del programma, però, le cose prendono una piega sinistra.

I contatti con l’esterno sono interrotti, e David, insieme agli altri concorrenti, inizia a vivere un incubo a occhi aperti.

Chi sarà il Last Man Standing?