Ian Manook

Ian Manook

Ian Manook

Ian Manook_Autor

NOTE BIOGRAFICHE

Patrick Manoukian, noto anche con lo pseudonimo di Ian Manook (Meudon, 13 agosto 1949), è uno scrittore, giornalista e editore francese di origini armene. 

Grande viaggiatore, all’età di 18 anni intraprende un viaggio tra gli Stati Uniti ed il Canada in autostop, che lo porta a percorrere 40000 km in due anni. Effettua studi di diritto e di scienze politiche presso la Sorbona, oltre a studi di giornalismo presso l’Istituto francese di giornalismo dell’Università Panthéon-Assas.

Riparte in seguito alla volta dell’Islanda, del Belize e del Brasile.

Di ritorno in Francia, collabora come giornalista a rubriche turistiche su Le Figaro, Télé Magazine, Top Télé, Vacances Magazine e Partir.

Nel 1987 crea la società Manook, una agenzia pubblicitaria specializzata nella comunicazione per il turismo.

Nel 2013 firma con lo pseudonimo Ian Manook un romanzo poliziesco intitolato Yeruldelgger – Morte nella steppa che si aggiudica il Premio SNCF du polar nel 2014. A questo titolo seguono “Tempi selvaggi” e “La morte nomade” che completano la trilogia che vede protagonista Yeruldelgger, un commissario di polizia di Ulan Bator che indaga su crimini efferati sullo sfondo di una società in bilico tra tradizione e modernità.

 

LIBRI PUBBLICATI

  • Heimaey di Ian Manook (qui)
  • Yeruldelgger. Morte nella steppa di Ian Manook
  • Yeruldelgger 2. Tempi selvaggi di Ian Manook
  • Yeruldelgger 3. La morte nomade di Ian Manook
  • Mato grosso di Ian Manook
  • Askja di Ian Manook

Wolf Dorn [INCONTRO/19]

Wolf Dorn [INCONTRO/19]

Partiamo dal titolo Presenza Oscura, nonostante nei romanzi l’oscurità è contrapposta alla luce, nel romanzo c’è come un rovesciamento tra luce ed oscurità, nella nostra concezione la luce è il bene, e l’oscurità il male, in questo caso la luce è la fine del percorso, restare aggrappati all’oscurità vuol dire in realtà riuscire a tornare alla vita. Volevo sapere se questo rovesciamento di luce ed ombra è stata una dinamica su cui pensavi di lavorare visto che nei tuoi romanzi l’oscurità è sempre presente.

Ho pensato parecchio ad un titolo per questo libro, il mio titolo iniziale era “21”, nei miei libri gioco volentieri con i numeri, e il 21 in questo libro ha vari significati, sono, sia i ventuno minuti di morte di Nikka, ed un’altra cosa che cito nel libro sul peso dell’anima, i 21 grammi dell’anima, ma il titolo 21 rea preso già da tempo, ed io e la mia editrice abbiamo pensato che questa potrebbe non essere l’unica  storia di Nikka, che possano esserci dei seguiti, quindi abbiamo deciso di aggiungere un sottotilo, e quindi in lingua tedesca il titolo è “21_Oscuro Accompagnatore”, mi ha davvero stupito e fatto  piacere leggere il titolo italiano, mi piace moltissimo, ed è vero che c’è questo gioco tra luce ed ombra, penso che noi tutti abbiamo in testa delle immagini fisse, e la luce è sempre la cosa buona, e l’ombra quella cattiva, questa storia gioca anche con la realtà, con quello che potremmo definire la fantasia, quello che ho imparato nei miei tanti anni di lavoro in ambito psichiatrico, ho imparato che la nostra percezione di quello che è reale e normale rispetto  a ciò che non è reale ed è falso, e una linea sottilissima. Proprio perché questo confine è cosi sottile non possiamo sempre distinguere bene le due cose. Può anche significare che la luce non è una cosa buona, e che ciò che è buio non è sempre una cosa cattiva, ed e proprio perché questo libro ruota intorno alle percezioni è interessante vedere come queste cose possono cambiare posizione, e possono anche non essere sempre neutre. 

Parlaci di Nikka, di come è nato il suo personaggio, io personalmente la adoro, e credo si meriti la medaglia d’onore per la tenacia che dimostra nella storia.

Innanzitutto grazie, sono contento di sapere che Nikka riscuota tutto questo successo! I miei protagonisti sono per me come fossero dei miei figli, e quando trovano così tanti amici, io come padre, non posso che esserne felice. Nikka nasce in questo modo, volevo scrivere una storia sulla morte e sul morire, e come in tutti i miei romanzi cerco un protagonista che sia qualcuno che a priori c’entra il meno possibile con la storia, questo crea dei conflitti, e i conflitti portano avanti la storia. Ed è per questa ragione che ho scelto una persona molto giovane, una persona giovane certamente non pensa già alla morte, ma pensa al futuro, a quello che ha da proporle, a ciò che si vuol diventare strappare una persona cosi alla propria vita, crea questo conflitto, che poi dà il via a tutta la storia, ecco perché era importante che io scegliessi una persona così giovane per questa storia, perché una persona giovane sperimenta una serie di cose per la prima volta, noi adulti abbiamo  già un certo bagaglio di esperienza, e sappiamo già cosa può essere pericoloso, e grazie all’esperienza acquisita, e sappiamo anche  come regolarci in certi momenti di difficoltà, un giovane  queste cose  non le sa ancora ed è per questo che ha un punto di vista diverso rispetto alla vita Possiamo dire che ho voluto un avvicinamento naif per un certo argomento, ed io volevo proprio avvicinarvi in questo modo alla storia, ed è per questo che Nikka è così importante. 

Parlaci del personaggio di Sascha, ti sei ispirato a qualcuno per il suo personaggio? E perché proprio questo binomio tra D.J ed infermiere? 

Anche Sascha ha un concepimento piuttosto lungo, doveva essere un personaggio che doveva combinarsi bene con Nikka, Nikka ha una personalità molto forte, Sascha è un giovanotto molto sensibile, e d’altra parte non doveva essere un fifone, infatti è un personaggio forte, la sua forza è nascosta sotto vari strati di timidezza, è anche un ragazzo esile, magrolino, ma nonostante tutto è quello che riesce a rianimare Nikka per 21 minuti, tenendola in vita. In questo caso abbiamo una personalità molto forte, e che si abbina benissimo alla personalità di Nikka. Quando ho iniziato a penare come mettere insieme questi due personaggi, mi sono chiesto ma come fa uno come Sascha a trovarsi lì, ad una festa, nel momento in cui succede quel che succede a Nikka? Visto che nei miei libri la musica ha sempre un ruolo importante per me, lavoro spesso tanto volentieri con citazioni di canzoni, ed è per questo che mi è venuto in mente che Sascha avrebbe potuto essere un D.J, e mi è sembrata un ‘ottima idea! 

Quando si pensa ad un Thriller, inevitabilmente lo si associa a stati d’animo come paura, ansia, angoscia… Invece mi ha stupito associare a Presenza Oscura, oltre quello elencato prima, la parola amicizia, amicizia tra Nikka e Zoe o tra Sascha e Ivo, perché tutta questa forte amicizia? Da dove arriva? 

Credo che quando si scriva una storia sulla morte, sia anche però una storia sulla vita, quindi mi si poneva la questione  di quali sono le cose più importanti nella vita, e cosa sono amore e amicizia, ed è per questo che l’amicizia ha un ruolo  così importante in questo libro, perché assieme all’amicizia c’è anche la paura di perder l’amico, cosi come in amore il proprio campagnolo persone importanti che fanno parte della nostra vita, penso che avere amici sia un arricchimento enorme ed è per questo sicuramente che Presenza Oscura è anche un libro che parla di amicizia 

Puoi parlarci del rapporto con la morte? Del morire, e la morte, nel caso di  Presenza Oscura in questo caso non è nulla di angosciante, è come se fosse un invito a vedere la morte come parte della vita… 

Se Presenza Oscura, spinge il lettore a riflettere sulla nostra esistenza, allora questo libro ha già raggiunto molte cose, perché credo che finché viviamo  e le cose vanno bene, tendiamo a dare per scontato tante cose, e passare oltre ad un sacco di  piccolezze della nostra esistenza, ma se riusciamo  a vedere  la nostra esistenza e, a capire che tutto ha una fine, riusciamo ad essere più attenti e, ad essere grati di quello che abbiamo e forse anche più felici. Quindi, quello che alcuni definirebbe un “Memento Mori”, in realtà non vuole ricordarti che dobbiamo morire, ma al contrario vuole spingerti ad apprezzare di più quel che abbiamo, e se riuscissimo a vivere la nostra esistenza in armonia con noi stessi, credo che non sia necessario aver paura della morte. 

Parlaci di Vanessa, non ti sembra di essere stato un tantino cattivo con lei? 

E’ una cosa che non potevo evitare, perché Vanessa incarna un certo tipo di atteggiamento, ed è per questo che ritenevo importante che nella storia ci fossero due gemelli, abbiamo Zoe, che è totalmente vitale, si gode la vita, è felice, sana, ha dei bravi genitori, è felice, invece Vanessa, è l’esatto contrario, Vanessa non è in grado di giungere a patti con la realtà, diventa astiosa, aggressiva, ed è per questo che mi ha permesso di rappresentare quello che dicevo prima, la luce. l’ombra, troveremo sempre qualcuno  di cui pensiamo  che sia dalla parte Illuminata, dalla parte del sole, ma quello che non dobbiamo fare, è comportarci come Vanessa, ed essere cattivi, aggressivi, dobbiamo sempre sapere che c’è qualcosa di buono nella vita, e noi dobbiamo essere in grado di riconoscerlo e anche di saperlo valutare, lo vediamo alla fine anche con Vanessa quando esce con Nikka e scopre quante cose belle ha la vita da offrire… Però noi autori, a volte, siamo un po’ cattivi con i nostri personaggi e dobbiamo farli soffrire un po’ affinché esista una storia. 

Non hai avuto timore ad affrontare una tematica che spaventa, fa paura come il tema della morte? Ha pensato a noi lettori, e che potesse far paura leggere di una tematica che spaventa così tanto? È un tema cui volevi e sentivi la necessità di voler raccontare? 

Si ho avuto paura che per il lettore non fosse facile, perché nella vita vorremmo sentir parlare di molte cose, ma non certamente della morte o del morire, se uscissimo normalmente una sera, potremmo parlare di un sacco di cose, ma dubito che ci metteremmo a dire: ma tu come te lo immagini il trapasso? E questo sicuramente anche per il motivo che all’interno della nostra società la morte resta sempre un argomento un po’ tabu’. In altre culture se andiamo a guardare, la morte fa parte della quotidianità, per esempio in sud America c’è El Dia de los Muertos dove si festeggiano i defunti, i giapponesi nel fine settimana vanno al cimitero e fanno il picnic sulle tombe dei loro morti per ricordarne e comprenderli nelle loro esistenze. E quindi il ruolo della morte all’interno della società dipende proprio dalla società. Quando sono andato dalla mia editrice e le ho detto di avere una nuova idea per un nuovo libro, e lei tutta contenta mi ha chiesto di cosa si trattava, ed io le ho risposto che avrei parlato di una ragazza che avrei fatto morire esattamente alla pagina numero uno…. Inizialmente è rimasta senza parole, poi ovviamente le ho raccontato come intendevo portare avanti la storia, e sono felice di poter dire che ha avuto coraggio di darmi l’ok. So dai miei lettori che mi hanno scritto, che non sanno se leggeranno questo mio libro, proprio per via dell’argomento, però, forse, magari proprio grazie attraverso i vostri blog, riusciranno a trovare il coraggio di dare un’occhiata al libro e vedere se vale la pena rischiare di leggere Presenza Oscura.

Wolf, cosa puoi dirci dei tuoi futuri progetti, c’è già qualcosa in cantiere? 

Sì due settimane fa ho cominciato a scrivere il mio nuovo romanzo e vivo molto a Fahlenberg, e il prossimo anno sarà un anno speciale e particolare, sarà il mio decimo anniversario in Italia, La Psichiatra  compirà dieci anni, ed è il libro per il quale ricevo così tanta posta dai miei lettori, e molti mi chiedono se un giorno ci sarà un seguito ,ed è per questo che adesso sto scrivendo il seguito della Psichiatra, momentaneamente sulla prima pagina c’è scritto solo La Psichiatra due, non posso ancora promettervi che l’anno prossimo sarà pronto, ma questo sicuro è in cantiere, e spero che sarà il prossimo libro di cui la prossima volta ne parleremo tutti insieme. So che sto calpestando un terreno pericoloso, perché la Psichiatra per molti lettori, ha un significato particolare, e continuare una storia di questo genere con il rischio che il seguito non piaccia, però credo di avere un’idea per cui questo seguito potrebbe funzionare, perché sono rimasti dei punti non chiariti, in cui credo di riuscire a dare delle risposte. Poi scriverò ancora di Nikka sicuramente..

Wolf, a me, come credo alla grande maggioranza dei tuoi fans, piacerebbe vedere una trasposizione cinematografica, a mio avviso questa storia si presta perfettamente per un eventuale film, tu cosa ne dici? 

So che qualcuno ha contattato la mia agente per acquisire i diritti del libro per un film, ma al momento non so dirvi di più…

Wulf Dorn-Autor
Presenza oscura di Wulf Dorn
The prodigy. Il figlio del male [FILM]

The prodigy. Il figlio del male [FILM]

The prodigy. Il figlio del male [FILM]

Questo è film che vorrebbe saper tanto di horror mistico, ma che secondo me, è più una pantomima.

Non c’è posto per i buoni propositi e il piccolo Miles, risulta inquietante proprio grazie alla sua età, per il resto è una classica (ma nemmeno troppo) pellicola che vuol far mettere in dubbio il binomio realtà e soprannaturale.

Voto? Sei.

Non voglio dire che sia una cattiva visione, sicuramente per chi non è amante del genere, questo fil può risultare godibilissimo ma per chi invece ne macina, non vedo nulla di così meritevole.

Sono poche le scene da salvare, a conti fatti saranno circa tre o se proprio devo esser di manica larga, quattro (e quasi tutti ben violente). Mi è piaciuto Arthur Jacobson, l’esperto di reincarnazione che svela il possibile mistero del comportamento del bambino, la scena di ipnotizzazione mi ha fatto ridere fino alle lacrime perchè è di una fredda cattiveria che anche detta da un adulto, suona come fattibilissima e ben architettata.

Secondo me, il punto è proprio questo.

Non mi metto a sindacare sulla reincarnazione o sugli spiriti, quello sta al credo di oguno di noi, però se per tutto il tempo penso a quanto sia fattibile o meno una cosa, vuol dire che non mi sto facendo trasportare dalle emozioni e che non sono disposta a mettere in dubbio le mie certezze. E secondo me, un film di questo tipo, andrebbe dimenticato.

(Apro una parentesi per chi, come me, ha una passione per gli animali. Se siete sensibili, sappiate che un paio di scene le troverete rivoltanti e si, sono abbastanza esplicite)

Punto a favore invece per l’ambientazione, che non è mai una parte scontata.

Tutto estremamente freddo ed incisivo, senza troppi orpelli in modo da dare un’aria affilata, un pò come il trucco da scheletro di Miles, che risulta un misto tra un concetto semplice (lo scheletro, abusato sempre dai bambini ad halloween) e troppo elaborato per la sua età (è fatto in modo professionale, quasi a voler dimostrare che lui è più di quello che appare).

Non tornerei a vederlo, però ammetto che ho visto film più brutti.

The prodigy. Il figlio del male_Regia di Nicholas McCarthy
INFO

Genere: Horror; Thriller

Data: 28/09/2019
Durata: 1 h 32 min
Regia: Nicholas McCarthy
Musiche: Joseph Bishara
Distribuzione: Eagle Pictures

CAST

Taylor Schilling
Jackson Robert Scott
David Kohlsmith
Paul Fauteux
Colm Feore
Brittany Allen
Peter Mooney
Oluniké Adeliyi
Elisa Moolecherry
Paula Boudreau

TRAMA

The Prodigy – Il Figlio del Male, il film diretto da Nicholas McCarthy, segue la storia del il piccolo Miles, che manifesta atteggiamenti che preoccupano e spaventano la madre. La donna, infatti, pensa che qualcosa di soprannaturale stia prendendo il sopravvento sul suo bambino. Decide quindi di farlo ipnotizzare, scoprendo così che un demone ha scelto il corpo di suo figlio per manifestarsi.

The prodigy. Il figlio del male_Regia di Nicholas McCarthy - Miles e Sarah
Captive state [FILM]

Captive state [FILM]

Captive state [FILM]

Anno 2019, gli extraterrestri si stanno impossessando di Chicago e non risparmiano tutti quelli che cercano di scappare. La famiglia di Gabriel cerca di scappare ma viene giustiziata. Rimangono in vita lui e suo fratello Rafe.

Otto anni dopo, la dittatura dei “legislatori” vive sul precario equilibrio tra accettazione e ribellione.

Il comandante della polizia William Mulligan crede che un gruppo di resistenza, Phoenix, sia ancora a piede libero, anche se teoricamente, dovrebbe esser stato scoperto e smantellato. L’uomo contatta Gabriel per avere informazioni, visto che il fratello Rafe faceva parte della cricca, ma il giovane non sa nulla e poi, odia gli sbirri.

Il ragazzo sfortunatamente, anche se vorrebbe solo scappare da un posto di sfruttamento, finisce con avere realmente contatti con l’organizzazione e ritrova il fratello. La rimpatriata però non va a buon fine, perchè si viene a scoprire che Phoenix è ancora attiva e che a breve partirà all’attacco verso gli extraterrestri.

Il piano sembra andare a buon fine, ma è solo apparenza. I “cacciatori” dei  legislatori trovano parte dei colpevoli e così, inizia l’interrogatorio ma sarà Gabriel, convinto di salvare il fratello a portare il messaggio al Capo banda.

Mulligan scoprirà finalmente i traditori e smantellerà la resistenza, ottenendo così un temporaneo ruolo privilegiato agli occhi dei legislatori.

Gabriel dovrà salutare nuovamente il fratello, questa volta per sempre, ricevendo in cambio però una scheda di memoria di un vecchio telefono, che contiene un vecchio filmato della sua famiglia e di alcuni amici. Forse, Phoenix non è morta del tutto.

Captive State_Regia di Rupert Wyatt - Fumo rosso

Questo è uno di quei film che capisci solo alla fine, anche se io ho dovuto far passare un pò più di tempo per far sedimentare le idee.

Sarà che l’ho visto in inglese e io non lo parlo/leggo, sarà che ci sono molte scene in movimento e questo rende tutto più “nauseante”, sarà quel che sarà ma non è stato lampante.

Scene veramente spaziali, coinvolgimento ben ricercato ma boh.

Ok, il “boh” non vuol dire assolutamente nulla, però è la cosa migliore per descrivere l’iniziale stordimento e il successivo momento di complottismo.

A mente fredda, non posso dire di aver capito dove volessero andare a parare, sapevo in fondo come sarebbe finito ma ho apprezzato i tentativi di sviarci, anche la quantità di ansia che ho provato (oltre alla nausea). Non ho empatizzato molto con i personaggi, anche se ci sono momenti dolci o di estrema ansia. Non lo vedo però come un punto negativo, ho comunque apprezzato la visione nell’insieme e probabilmente, essendo concentrata su altro, ci ho fatto caso solo in un secondo momento.

Captive State_Regia di Rupert Wyatt
INFO

Genere: ThrillerFantascienza

Data: 28/03/2019
Durata: 1 h 49 min
Regia: Rupert Wyatt
Musiche: Rob Simonsen
Distribuzione: Adler Entertainment

CAST

John Goodman
Ashton Sanders
Jonathan Majors
Machine Gun Kelly
Vera Farmiga
Alan Ruck
James Ransone
Kevin Dunn
Madeline Brewer
Kevin J. O’Connor
Lawrence Grimm
Ben Daniels
D. B. Sweeney
Ta’Rhonda Jones

TRAMA

Ambientato a Chicago dieci anni dopo un’invasione extra terreste, quando il mondo è governato dagli alieni. Gli umani si dividono in due fazioni, coloro che accettano il nuovo governo e coloro che invece si oppongono dando vita alla Ribellione.

The vanishing. Il mistero del faro [FILM]

The vanishing. Il mistero del faro [FILM]

The vanishing. Il mistero del faro [FILM]

Il faro delle isole Flannan, esiste veramente e con lui, anche il mistero legato ai tre guardiani. 

Nel dicembre del 1900, un piroscafo di passaggio notò il faro spento. La nave adibita al rifornimento passò qualche tempo dopo, in ritardo sulla tabella di marcia, confermando l’assenza dei tre uomini. Non ricevendo nessuna risposta, il capitano Jim Harvie, andò a controllare all’interno del faro, ma tutto sembrava fermo nel tempo. 

Fecero delle indagini, pensarono che causa tempesta ci furono degli incidenti, ma nulla di concreto. 

Questo film nasce dalla voglia di dare una risposta al mistero. 

The vanishing faro delle isole Flannan

L’ambientazione è decisamente spettacolare, cosa assolutamente normale considerando che si trovano largo della costa occidentale della Scozia. Per questo tipo di storie, i luoghi sperduti, verdi e crudi sono i luoghi migliori. 

Molto intensa anche l’ansia, creata magistralmente da solo tre personaggi. 

James Ducat, Thomas Marshall e Donald MacArthur sono i nuovi guardiani del faro.

Per le prossime sei settimane saranno solo loro tre, circondati dal nulla e dalle comunicazioni sempre un pò difettose, causa mare furioso e tempeste. 

Thomas è un capo branco molto “nonno”, severo ma anche disposto ad avere pazienza con chi è inesperto. Su di lui pesa un passato difficile da gestire, sempre pronto a saltare fuori ma è un veterano e la solitudine del faro è in qualche modo rassicurante. James è colui che fa da collante al trio, sempre pronto a tirare su il morale senza però rendersi ridicolo, con una forza interiore e fisica, importante per affrontare la lontananza della sua famiglia. Donald è al suo primo giro di boa, animato dall’inesperienza ma mosso da molti ideali. 

Tutto sembra scorrere noiosamente bene, fino a che una barca non porta con sé un marinaio e una cassa. 

Donald, essendo il più giovane, viene mandato a controllare, ma per salvarsi la vita dal marinaio che sembrava morto, deve ucciderlo. Questo innesca il meccanismo di distruzione.

Il giovane non riesce a fare pace con questa colpa, James cerca di consolarlo come meglio può ma è anche estremamente attratto dalla cassa ancora chiusa, perchè Thomas vuole lasciarla così e non averci nulla a che fare. Da quel giorno, l’ossessione corrode gli animi. 

Le cose degenerano definitivamente quando una nave attracca da loro, alla ricerca del marinaio fuggito con una cassa. Il trio sostiene che nessuno è passato, creando sospetto nei visitatori. 

Cosa stava rubando il marinaio? 

Il contenuto vale l’omicidio?

Ho fatto un pò di fatica a trovare un filo logico, perchè era tutto in inglese ma questo non mi ha impedito di sentire i brividi lungo la schiena e di simpatizzare con questi tre individui.Come ho detto sopra, l’atmosfera che si respira è fatta di ansia e di follia. 

Nulla è scontato, nulla è dovuto. 

Ho riconosciuto a stento Gerard Butler (che ho visto anche in Hunter Killer lo scorso anno), cosa che mi ha fatto un gran piacere perchè secondo me, dimostra l’estrema bravura con cui interpreta ogni personaggio. 

Mi è piaciuto molto in questa pellicola, anche se il film lo trovo comunque superfluo. Bello, non c’è che dire, ma non mi ha aiutato a trovare una vaga risposta e non mi ha nemmeno spronato a farmi una mia idea. 

Non è un film bocciato, però diciamo che spero di veder di meglio.

The Vanishing. Il mistero del faro_Regia di Kristoffer Nyholm
INFO

Genere: Thriller

Data: 28/02/2019
Durata: 1 h 41 min
Regia: Kristoffer Nyholm
Musiche: Benjamin Wallfisch
Distribuzione: Notorius Pictures

CAST

Gerard Butler
Peter Mullan
Connor Swindells
Søren Malling
Ólafur Darri Ólafsson
Gary Lewis

TRAMA

Nel film, tre guardiani di un faro si apprestano ad assumere servizio per le solite sei settimane su una piccola e remota isola al largo della Scozia.
Tutto prosegue con normalità fino a quando i tre non scoprono un baule pieno d’oro, portato sull’isola da un naufrago in fuga. Saranno costretti a uccidere dapprima per difendersi, poi per trattenere l’oro e infine continueranno a farlo accecati dall’odio e dalle paranoie, fino a quando rimarrà un solo sopravvissuto.

The Vanishing. Il mistero del faro_Regia di Kristoffer Nyholm - James Ducat Thomas Marshall e Donald MacArthur

James Ducat
Thomas Marshall
Donald MacArthur