La Luna, La Papessa, Il Diavolo

La Luna, La Papessa, Il Diavolo

In alcune interpretazioni, il gambero nello stagno rappresenta l’inconscio o l’immaginazione che emerge verso percorsi difficili e pericolosi (il passaggio tra i due cani e tra le torri verso luoghi minacciosi). Altri invece interpretano l’animale come un granchio, facendo riferimento al segno zodiacale del cancro il cui pianeta di riferimento è proprio la luna; seguendo sempre questa interpretazione i due cani sarebbero a loro volta due costellazioni: il Cane maggiore e il Cane minore, mitologicamente i guardiani e protettori del satellite.

A ben guardare le gocce che sembrano piovere sulla terra compiono invece il movimento contrario: ascendono verso l’astro come se attirate da esso, questo sta a significare che l’Arcano non si muove dal mondo circostante all’uomo ma, al contrario, dall’uomo verso l’esterno. Ci parla dunque di energia, inconscio ed emozioni.

LA LUNA
Paura, inquietudine

La Papessa viene generalmente raffigurata come una sacerdotessa o una monaca che indossa un copricapo, una veste e un mantello. Un simbolo simile ad una croce può apparire sul copricapo oppure sulla veste; nei tarocchi Visconti-Sforza la croce appare su un bastone impugnato dal personaggio. Il copricapo generalmente è una triplice corona (tiara). In mano tiene un libro appoggiato in grembo, che può essere aperto o chiuso; anche quando il libro è aperto, la donna non lo legge, ma guarda dritto con sguardo fiero.

La donna siede su un trono, e in alcune raffigurazioni i suoi piedi sono appoggiati su un cuscino. Alle spalle della donna c’è un drappo con delle decorazioni. Nei mazzi più recenti il trono è affiancato da due colonne.

Nei tarocchi Rider-Waite le colonne hanno colori opposti (nero e bianco) con incise le lettere “B” (la nera) e “J” (la bianca), secondo la simbologia massonica. Il copricapo talvolta ha la forma di tre fasi lunari (crescente, plenilunio e ultimo quarto). Sul drappo, in alcuni tarocchi, sono dipinti fiori e frutti (melagrane), e sul rotolo che tiene in mano sono incise, in alcuni, le lettere “TORA”, in altri, i simboli Yin e Yang. Ai piedi della donna c’è una falce di luna.

LA PAPESSA
Saggezza, intuizione

Nei mazzi più antichi, come i mazzi Visconti-Sforza, le lame con l’immagine del diavolo sono andate perse, per cui non vi è alcun riferimento iconografico su come potesse essere rappresentato in origine.

Vi sono rappresentate tre figure in piedi. In mezzo, su un piedistallo, vi è il diavolo con tutte le caratteristiche tipiche (ali di pipistrello, piedi caprini, testa cornuta), questa figura è un ermafrodito perché ha gli organi sessuali maschili ma al tempo stesso i seni sviluppati. Le due figure sono un uomo e una donna rappresentati nudi legati da una catena per il collo al piedistallo.

IL DIAVOLO
Paura, abisso

La luna Paura e inquietudine Art Nouvea La Papessa Saggezza e Intuizione Art Nouvea Il Diavolo Paura e Abisso Art Nouvea

Mi sono avvicinata all’arte divinatoria solo da poco. 

Per un evento, dovevo leggere il manuale e dato che sono una persona poco puntigliosa, decisi anche di prendermi un mazzo per provare a fare qualche stesura. Come per tante cose, mi si è aperto un mondo fatto di mille significati e tanta fantasia. 

Se ci si guarda attorno, nel campo roseo del marketing, si possono trovare mille mazzi dalle rappresentazioni pittoresche. Quelle che vi ho mostrato sopra, sono ispirate allo stile Art Nouvea (che ho rivalutato negli ultimi anni) ma a casa ne ho altri due tipi molto belli, pur mangiandomi le mani, perchè se ne trovano anche di altre bellissime. Per chi ci lavora, il mondo dell’occulto è sempre un terreno fertile ma per chi invece ci crede veramente, la veste perde ogni significato.

Melissa Panarello, più che altro conosciuta come Melissa P., ha deciso di pubblicare una serie di mini racconti di vita in base alle carte dei Tarocchi. 

Tra qualche giorno ve ne parlo in modo specifico ma oggi, mi voglio soffermare sul come percepisco io questi tre simboli.

La Papessa, fra tutti gli arcani, è la mia preferita. 

Ci sono due modi per leggere una carta e in base a come esce, risulta negativa e positiva. Lei, quando è diritta e quindi in verso positivo, non è comunque particolarmente rosea perchè alla fine dice che per fare qualsiasi cosa dobbiamo prima guardare dentro noi stessi. Cioè, non ci dice che tutto andrà bene o che siamo sicuramente sulla retta via, ci dice che dobbiamo guardarci dentro. E farlo veramente. 

La Luna e il Diavolo invece sono un pò altalenanti nei miei confronti, perchè la prima spesso la temo e la seconda no. 

Dovrebbe essere quasi il contrario, la Luna ha una simbologia positiva molto femminile e buona ma sarà che io mi sento più “Ugo”… sul Diavolo invece, solo chi mi conosce sa bene perchè non lo temo. La questione del peccato e del perdere la retta via, non mi scalfiscono.

Io ve ne accenno bonariamente, sicuramente i veterani del campo staranno rabbrividendo alle mie parole. Scusate.

Il fatto è che per ogni Arcano, ci sono mille sfumature perchè in base a come escono ed in base a che carte sono state estratte, cambiano di significato. Tra l’altro, quando ci si incaponisce su una certa domanda e la si ripete troppo perchè le “risposte” non ci piacciono, sono le carte stesse che ci propinano la supercazzola. 

Insomma, io me le immagino fare un consiglio straordinario per decidere come levarsi da questo impiccio e diventare dispettose come certi folletti.

Intelligenza Artificiale. Anomalia

Intelligenza Artificiale. Anomalia

Intelligenza Artificiale.

Quanto questo concetto ci sembri così fuori dalla nostra vita, ma normale in campo cinematografico e letterario. Eppure, se ci fate caso, passo dopo passo è lì che stiamo andando.
Le innovazioni tecnologiche di questo periodo, che alzano moltissimi polveroni tra negazionisti e complottisti, sono il lampante esempio che siamo dentro fino al collo in questo cambio.
In Anomalia, questo è il perno dove tutto gira.
Il livello di inglobamento che troviamo, il livello di normalità vissuta è alto, che si fa fatica a capire chi possiede ancora un’anima umana e chi ne è ormai privo. Magari da sempre.
La tematica trattata, pone sempre una serie di domande che oscillano dal più puro e altruista, al più controverso e al limite della decenza.
Siamo veramente disposti a barattare la nostra libertà di tutti i giorni, con il controllo ferreo e l’illusione di una vita migliore?
Siamo certi che valga la pena vivere mille anni, grazie all’avanzamento della tecnologia medica e credere di poter diventare immortali?
Tutta questa innovazione, che ci porta ad essere degli Dei fragili, dove ci illudiamo di aver tutto in mano quando poi stringiamo un pugno di mosche.
Siamo pienamente convinti dal fatto che ad oggi, il nostro mondo giri in modo errato ed essendo noi, gli animali più intelligenti (solo perchè parliamo, ci depiliamo e camminiamo eretti), sia quasi un insulto dover faticare per fare qualcosa.
Ci chiediamo perchè non abitiamo in un mondo automatizzato, dove a far il lavoro “sporco” sono sempre gli altri.
Abbiamo paura della morte, siamo venuti su a pane raffermo e libri che parlavano di macchine così intelligenti da confondersi con gli umani. Ma sono loro, che arrivati ad un certo punto assomigliano a noi, oppure siamo noi che stiamo perdendo la nostra umanità?
Abbiamo un’idea del futuro così idealizzato che quando non succede quello che vogliamo noi, ci trasformiamo in bambini capricciosi. Quando però l’avanzamento avviene, ne abbiamo paura.
Sono troppo catastrofica?
Ammetto che una parte di me, superata la patina opalescente in Anomalia, si è resa conto che proprio perchè siamo umani, vuol dire che non siamo capaci di vivere in pace.

Tra l’altro ditemi, perché in ogni storia che vediamo o leggiamo, c’è sempre un problema da risolvere?

Perchè creiamo mondi dove la medicina è così avanzata, da voler conquistare il mondo?

È la tecnologia che ci mette davanti ai nostri limiti di esseri umani o siamo noi, incapaci di vivere senza preoccupazioni?

C’è da dire che le IA, come vengono intese in Anomalia, hanno fascino da vendere. Perchè si, ci sono sempre i soliti clichè che ci riscaldano il cuore, quelle scene che ormai abbiamo visto e rivisto ma di cui non possiamo fare a meno, però ci sono anche delle cose divertenti, che meriterebbero una lettura.

Il libro in sè, di cui vi parlerò poi, possiede troppe pecche per essere veramente apprezzato ma su questo fronte, ha saputo creare dettagli interessanti.

Steso a terra, quell’uomo continuò a fissarlo. I suoi occhi cambiarono rapidamente colore. Le iridi, ora formate da numerosi cerchi concentrici di colore metallico brillante, iniziarono a roteare prima lentamente poi vorticosamente fino a non distinguersi più. Divennero di un colore rosso acceso, quasi fluorescente. Il modificato era entrato in modalità di combattimento. Il suo impianto bioelettromecha stava iniettando determinati segnali e impulsi alle terminazioni nervose.

Anomalia_Uomini con codice a barre che abbassano la testa

Il Guerriero – Alessia Tripaldi

Il Guerriero – Alessia Tripaldi

Il Guerriero – Alessia Tripaldi

Il mito del guerriero è presente nella cultura e nella tradizione delle più importanti civiltà del passato. Nell’antica Grecia, gli Spartani erano considerati guerrieri eccezionali, selezionati ed educati fin dalla nascita per eccellere nell’arte della guerra. Personaggi come Leonida e i suoi 300 condottieri sono entrati nel mito e hanno ispirato decine di scrittori e registi. Non possiamo poi dimenticare gli antichi guerrieri giapponesi: i Samurai. Devoti al loro Daimio, i Samurai dedicavano la loro intera esistenza alla pratica disciplinata e a quei nobili principi che sono ben fotografati nell’Hagakure – il libro segreto dei Samurai.

L’archetipo del Guerriero è stato più volte incarnato nel corso della storia anche dal genere femminile. Tra le guerriere più note vi sono senz’altro le Amazzoni, risalenti ai miti greci. Ma molto più interessanti sono alcune figure singole che hanno dato lustro all’archetipo Guerriero femminile: Ah-Hotep, la regina guerriera dell’Antico Egitto; Fu-Hao, regina della dinastia Shang, che in Cina guidò un esercito di più di 13.000 soldati già nel 1.200 a.C.; ed infine Giovanna D’Arco, la ragazza di umili origini, che nel XV secolo arrivò a ricoprire ruoli di altissimo livello all’interno dell’esercito di una nazione come la Francia.

-Articolo in parte preso dal sito EfficaceMente– 

Parliamo di archetipi, perchè ho appena finito di leggere il libro di Alessia Tripaldi e come approfondimento, ho scelto il Guerriero.

Come avete letto sopra, è facile incappare in un tipo di comportamento riconducibile a quello, dato che queste persone sono quelle che in un modo o nell’altro fanno la storia sul campo di battaglia. Ma cosa differenzia questi personaggi, dai Killer?

Archetipi dei Killer di Alessia Tripaldi

Alessia dice che, L’Archetipo del Guerriero: E’ un individuo solo, isolato, arrabbiato e di solito ha avuto una vita e un’infanzia abbastanza difficile.
Una volta cresciuti, questi individui si trasformano da Vittime a Carnefice, nel momento in cui trovano una causa. Questa causa può essere anche il Credo espresso dal Saggio (altro archetipo molto persuasivo –qui-), ma più spesso il Guerriero, essendo un tipo solitario, agisce in autonomia. 
Le vittime sono nemici della Causa, e vengono usccise attraverso omicidi che hanno la forma e la modalità dell’esecuzione. Quindi, le armi preferite, sono gli esplosivi o le armi da fuoco ma a volte le vittime, sono vittime indistinte, il nemico è la società e quindi le esecuzioni assumono una sfumatura da strage e può capitare che il guerriero, si auto impartisca la morte, in nome della sua stessa Causa. 

Tra i vari nomi, per far capire un pò chi può rientrare in questa categoria, vengono nominati:

 Due facce, che in realtà si chiama Harvey Dent, ha avuto un’infanzia molto difficile. 

Era un procuratore a Gotham e in Batman vedeva un alleto ma, durante un caso molto importante, rimase sfigurato su metà volto. Questo lo portò a sviluppare una certa psicosi. Gli psichiatri dell’ospedale cercano di rimuovere la sua personalità malvagia togliendogli la moneta e rimpiazzandola prima con un dado e poi con un mazzo di carte dei Tarocchi, dandogli così ben 78 opzioni di scelta, non solo due. Il trattamento però fallisce miseramente, infatti; con così tante possibilità di scelta a disposizione, Dent non è più in grado di prendere neanche le più semplici decisioni. 
Alla fine della graphic novel, Batman gli ridà indietro la sua moneta, chiedendogli di usarla per decidere del suo stesso destino, se la moneta cadrà da un lato, sarà libero, se cadrà dall’altro, si farà uccidere. Dent dice a Batman che la moneta è uscita dal lato intatto, e Batman ha così salva la vita, ma la scena successiva ci mostra che la moneta era uscita dal lato sfigurato, dimostrando che Due Facce ha deciso autonomamente di lasciare libero Batman.

Un anno dopo

Recentemente Harvey Dent, era riuscito a recuperare il suo equilibrio mentale: nuove tecniche di chirurgia plastica gli restituirono il suo aspetto, e addirittura venne addestrato da Batman e scelto come suo sostituto come protettore di Gotham durante l’anno sabbatico del Cavaliere Oscuro preso dopo Crisi infinita. Harvey prese il suo ruolo di vigilante molto seriamente, e cominciava ad amare la vita di giustiziere, ma quando Batman e Robin tornarono in azione, Harvey si sentì messo in disparte: quando venne addirittura sospettato di alcuni omicidi che non aveva commesso, la sua fragile psiche crollò definitivamente: la sua identità criminale tornò a galla, e Dent decise di deturparsi volontariamente il viso con dell’acido muriatico e un bisturi: Due Facce così è tornato a tormentare i cittadini di Gotham e il suo paladino.

(grazie wikipedia, per colmare sempre le mie lacune

Tu sai che il sistema non funziona, che la giustizia può essere decisa dal lancio di una moneta.

Due facce-Harvey Dent

Poi abbiamo Pinguino, di cui il vero nome è Oswald Chesterfield Cobblepot.

Oswald Cobblepot era un semplice ometto panciuto e con un lungo naso buffo che, associato alla sua passione per l’ornitologia, fungeva da calamita per gli insulti e le marachelle dei bulli di quartiere.

Cresciuto solo e con un grande risentimento verso il mondo, Oswald si affeziona agli uccelli (animali, peraltro, venduti nel negozio di famiglia gestito da sua madre, vedova) tanto da essere soprannominato, al college, Pinguino. Come se il suo aspetto non fosse sufficiente ad attirare scherni, sua madre lo costringeva a portare con sé un ombrello, per paura che s’ammalasse. Infatti il padre era morto a causa di una forte polmonite in seguito ad un improvviso temporale. Questa sua stranezza rese ancor più ostili i compagni verso di lui.

Di questo periodo della sua vita non si sa molto. L’attività di famiglia era in caduta libera e presto i creditori l’avrebbero fatta sparire. Della vita di Oswald adolescente si conoscono alcuni interessanti particolari. Per esempio, fu in questo periodo che cominciò a pensare all’ombrello come un’arma. Affilò la punta del suo ombrello e sfregiò permanentemente il volto del capo dei bulli che lo perseguitavano, tale Randall Holmes. Significativo l’episodio in cui paga la ragazza più carina della scuola affinché si presenti al ballo con lui, il ragazzo più brutto. In questo modo, la ragazza fa il primo passo verso quella che sarà una vita di soli soldi e sesso, mentre Oswald sperimenta le gioie dell’amore e del potere.

Il destino incombe, però. Il negozio chiude, i suoi amati volatili vengono quindi sequestrati e Oswald si ritrova solo e senza soldi. Il risentimento latente esplode con tutta la sua forza. L’ombrello diviene un’arma d’offesa, un marchio del neonato criminale in tuba, monocolo e frac. La vendetta diviene la sua unica ragione di vita (nonché la sua rovina). Nasce il Pinguino, bizzarro criminale amante dei pennuti, del potere e degli abiti eleganti. (sempre molto gentile, mister wikipedia!)

 

Fra i vari nomi che possono esser associati a questo modo di fare, possono esserci anche molti personaggi che compiono stragi (tipo il crollo delle torri gemelle) ma se vogliamo rimanere in tema “finzione”, penso possano esser nominati anche i protagonisti di Notte buia, niente stelle

Le quattro donne sono mosse da una certa vendetta, nei confronti di chi le ha trattate male e che all’improvviso, sono stanche. 

Pinguino-Oswald Chesterfield Cobblepot

I diversi mazzi di tarocchi. Guarda oltre ciò che vedi

I diversi mazzi di tarocchi. Guarda oltre ciò che vedi

I diversi mazzi di tarocchi. Guarda oltre ciò che vedi

Come abbiamo visto durante la recensione, la lettura dei Tarocchi è una cosa oggettivamente semplice ma non alla portata di tutti.

Dico semplice perché la tecnica, se spiegata in modo schematico e lineare, non ha nulla di contorto. Si mischiano le carte, si stendono, si rimescolano e poi si scelgono.

Ovviamente, ci sono da tener conto anche una serie di sfumature che cambiano da stesa a stesa, ma anche da quale scuola uno abbia scelto di seguire. Perché ecco, non esiste un solo mazzo di Tarocchi, e nemmeno un solo modo per usarli.

Bisogna tener presente che come per tutte le cose, c’è sempre un lato commerciale.

La divinazione si presta molto bene, dato che si colloca nella categoria dell’occulto e molti ne sentono il fascino, anche se poi alla fine non ci credono veramente.

In commercio ci sono molti mazzzi e l’unico modo per scegliere quello giusto, è affidarsi al proprio senso estetico. O forse no?

Regola vorrebbe che il primo mazzo ti venga donato da una persona sconosciuta, ma quante possibilità ci sono che ciò avvenga? Ecco, nessuna. Quindi, alla fine di tutto sto pippone vorrei mostrarvi alcuni mazzi che trovo interessanti e molto diversi tra loro.

Di questo mazzo, non c’è moltissimo da dire, se non che è tra i più vecchi in assoluto.

Il mazzo Egiziano è forse uno dei miei preferiti e sicuramente, da quello che ho scoperto, è anche uno dei più difficili da maneggiare.

Come ben sappiamo, le divinità sono esseri estremamente suscettibili e in questo caso, la leggenda narra che se usati da non credenti o persone poco rispettose, possano sentirsi offesi. Da tale sentimento, potrebbero arrivare dispiaceri nel consultante e quindi, si consiglia sempre di arrivare a quel punto con una vera curiosità e non con la voglia di giocare e basta.

I Tarocchi Crowley, si basano sulla personalissima concezione magica di Aleister Crowley, un importante cartomante inglese esperto di occultismo e creatore della filosofia magica di Thelema.

Il mazzo è composto da 78 arcani, suddivisi in 22 Arcani Maggiori e 56 Arcani Minori.

Se nelle carte Egizie, abbiamo la complessità delle divinità interpellate, qui abbiamo la complessità di ogni carta che risulta difficile da comprendere anche per i cartomanti stessi.

Solitamente, vengono usati dagli esperti, perchè più “studiati” e più abituati alla lettura ma sono anche un rompicapo affascinante.

A senso estetico, non sono esattamente tra le mie preferite ma le trovo molto interessanti per i mille buchi che ci sono. Come ultima cosa, vi mostro loro; Tarocchi del Magenta.

Si vabbè, sprechiamoci con le battute, ma il creatore di questo mazzo ancora non è stato trovato ed io mi chiedo come sia possibile. Ad essere precisi, in realtà questo non è nemmeno un mazzo di tarocchi, dato che mancano i semi e quindi la lettura delle sue carte è diversa rispetto a tante altre.

In sintesi, non basta aver in mano un mazzo di carte bello e a buon mercato.

La lettura va fatta con un certo criterio, anche estetico se si vuole, ma sempre nel rispetto di quello che abbiamo in mano e di chi ci sta davanti. Anche delle persone che ci hanno fatto avvicinare a questa pratica, senza vergognarci nel dire che un pò, ci si crede veramente a queste cose.

Analisi sulle Morhn

Analisi sulle Morhn

Analisi sulle Morhn

Morhn_Descrizione del mostro_Primordia

Se chiudo gli occhi, riesco ancora a sentirlo. Il grido disperato di una creatura che ha perso ogni speranza, ma trattiene ancora un barlume di lucidità. Quanto basta per fargli provare un dolore devastante. È così che nascono le Morhn. Dalla carne, dalla vita, dal respiro. E trasformano tutto in ombra.

Come si fa a parlare di mostri?

Che logica si può nascondere dietro a degli abomini, che sentimenti possono avere al di fuori della rabbia o della violenza fine a se stessa?

Emettono dei lamenti strazianti, grotteschi e sono ricoperti dalla stessa melma nerastra che ci circonda, come una tenda caduta dal cielo dalla quale non riescono a liberarsi. L’odore è così forte che mi gira la testa. È l’ultimo stadio dell’infezione: la tua pelle è completamente ricoperta di scaglie nere, la vista si oscura e perdi il controllo. Inizi a vomitare liquame e bile, finché tutto finisce e diventi una di loro. Una Morhn.

Questi esseri non nascono così, prima di diventare mostri sono stati essere umani normalissimi.

Ci sono alcuni modi per contrarre il morbo, quello più comune è attraverso la melma che le Dhrek’Morhn hanno addosso. Questa cosa vischiosa deve entrare dalla bocca o negli occhi o nelle orecchie e raggiungere il cuore. Una volta arrivato lì, nulla ti può salvare ma se il cuore è ancora libero, solo una pietra nera può provare a salvarti. Sempre che funzioni.

Se si è ormai oltre la via della salvezza, prima di arrivare alla trasformazione definitiva, l’unica soluzione è un’arma imbevuta di magia. La morte, diventa un’amica.

Ma per tutti quelli che si infettano e non vengono fermati per tempo, arrivano ad essere delle Dhrek’Morhn e per questo livello di difficoltà, solo il fuoco di Drago funziona. C’è però un modo più semplice per uccidere una Dhrek’Morhn, se è stata infettata in modo innaturale, basta distruggere la pietra nera.

Una Morhn non è più umana, ma non è del tutto un mostro. A volte un barlume di coscienza rimane sotto lo strato di roccia e costringe quella che è stata una persona a guardarsi uccidere e distruggere ciò che incontra sul cammino. Porre fine alle sue sofferenze è un atto di pietà.

C’è poco e tanto da dire, sulle Morhn.

Sono esseri estremamente pericolosi anche per il fatto che perdono completamente ogni freno inibitore, ma sono sostanzialmente delle vittime anche loro.

Il morbo non si può prevenire sempre e guarire, non è certo senza l’aiuta dei guaritori ma anche la mancanza di pietre nere, che stanno all’origine di tutto, possono fallire.

Dapprima utilizzata solo dai maghi, è stata trasformata in qualcos’altro, un catalizzatore. La magia smise di essere appannaggio di chi nasceva con il dono e diventò di tutti. Bastava caricare una pietra e chiunque avrebbe potuto utilizzare l‘incantesimo al suo interno. Esaurita la sua funzione, la pietra si frantumava.

Ma con il potere è arrivata l’oscurità. Le persone hanno iniziato ad ammalarsi, ogni pietra consumata poteva significare nuovi contagi, nuove Morhn.

Vittime, volontarie ed involontarie.

Per chi si fa ammaliare dal potere e chi ne sente il rinculo. Le Morhn possono risultare orrende e affascinanti allo stesso tempo, solo gli animi più oscuri possono captare la loro feroce bellezza, indomabili e imprevedibili.

Morhn_Collage Aesthetic_Primordia
Primordia. L'alleanza 1 di J.A. Windgale