Paola Calvetti [INCONTRO/17]
La scrittura di un libro è un po’ il posto del cuore.
Paola Calvetti è una scrittrice e giornalista italiana.
Nell’arco degli anni, ha seguito molte strade, tra cui la collaborazione al quotidiano La Repubblica tramite articoli sullo spettacolo ma, spesso la riconosciamo grazie ad i suoi libri.
Appunto per questo, nei primi di maggio c’è stato un incontro informale a casa sua, per parlare della sua ultima opera letteraria.
Riuniti attorno al suo divano, tra blogger e libraie, Paola ci ha raccontato di questa nuova esperienza.
Questo romanzo è nato da una frustrazione. Lavoravo a Firenze, una città bellissima, e avevo in animo di scrivere una storia ambientata in quella città e che parlasse di musica e dell’orfanilità.
La musica comunque torna prepotente in questa storia e lei, fa una grossa risata raccontandoci che in realtà, non si era veramente accorta di questo dettaglio.
In effetti mi sono sentita dire che in questo romanzo è condensata tutta la Tematica Calvetti, perché ho unito casa di riposo-musica. In realtà rispetto alla prima mi sono ispirata ad un documentario chiamato Alive Inside, in cui il neurologo cura i suoi pazienti tramite la creazione di colonne sonore studiate ad hoc. Rispetto alla seconda: mi è servita come stratagemma per parlare di queste realtà. Volevo però anche dare alla musica lo spazio che si merita, descrivendo il grandioso potere di cui dispone.
Le viene chiesto anche come riesca a gestire le sue tre personalità (Ufficio stampa, giornalista, autrice di romanzi) ed in tutta semplicità ci spiega che “Quando scrivevo per Repubblica prima, Il Corriere poi, ci ho sempre messo un po’ di letterario, anche se in me vive l’animo della cronista. Questo si riflette nei miei romanzi solo per una cosa: la ricerca delle fonti, io non pubblicherò mai qualcosa di non verificato.”.
Anche la storia dei due protagonisti, Jacopo e Dasha, doveva basarsi su dati veri ma direttrice dell’istituto degli Innocenti non ha voluto fornire le informazioni che Paola chiedeva.
La legge parla chiaro e lei, ligia alle regole, non cede.
Così, questi due protagonisti, nascono dal nulla anche se molte cose sono comunque vere, come lo sbarco del 7 marzo 1991 di Dasha che Paola ricorda di aver visto. Anche la sinfonia di Brahms, “Doppio concerto per violino e violoncello” è un punto vero che voleva assolutamente includere nella storia e anzi, “Volevo scrivere un romanzo in cui non ci fosse neppure una parola di troppo”.
Gli Innocenti, è una storia dolce e amara allo stesso tempo ma con un pizzico di speranza.
Paola si è superata, arrivando al cuore anche di chi la legge per la prima volta.
Sono rimasta innamorata della casa di Paola. Non solo per la disposizione un pò inusuale ma anche per la quantità di libri che contiene!
MERAVIGLIA!