Dea Mórrígan. Al di là di Borgo Opaco
Ho deciso di partecipare all’evento del nuovo libro di Emanuela, per tante ragioni.
Non tanto per il fatto che la conosca da anni, non tanto per il fatto che ho già letto il suo precedente libro o per il fatto che un micro merito per averla incentivata arrivi anche da me. Ho deciso di leggere questo storia per ciò che racconta.
Prima di parlarvi di ciò che penso della storia, quindi sintonizzatevi nuovamente qui sabato, voglio parlarvi di una divinità che compare in queste pagine.
La Mórrígan (spesso reso senza accenti, Morrigan) è una delle più importanti divinità irlandesi, una delle “furie guerriere” dei miti irlandesi, fortemente associata alla guerra, alla morte e al fato.
Viene descritta come una mutaforma, che ama assumere in particolar modo la forma di corvo o cornacchia, sorvolando i campi di battaglia e divorando i cadaveri o apparendo come una vecchia megera che chiama i guerrieri alla morte.
La sua caratteristica di mutaforma la avvicina alla figura del druido come bardo-stregone, un ruolo che ella stessa assume in alcune storie, intonando canzoni per portare vittoria, praticando la divinazione e prevedendo il futuro.
È legata anche alla fertilità e alla sessualità, e alcune storie le attribuiscono un appetito sessuale insaziabile; ella sedurrebbe i soldati prima della battaglia, e condurrebbe i suoi amanti alla vittoria.
Recita così Wikipedia.
La Mórrígan ha un suo “giorno” propizio, ovvero Samhain (l’inizio della metà oscura dell’anno celtico), e quindi visto che la recensione sarà quel giorno, perché non scegliere proprio lei?
Tra l’altro, il simbolo del corvo mi è molto amico dato che tra le varie figure che mi sono fatta tatuare, c’è proprio un suo teschio.
Si narra che una delle sue varie caratteristiche, fosse anche quella di rapire piccoli bambini per poi allevarli e farli diventare dei grandi guerrieri. Insomma, come prendere seriamente l’arte della guerra.
Rapporto con Macha, Badb e Nemain
La Mórrígan viene frequentemente associata ad altre dee guerriere irlandesi, Macha, Badb e Nemain; questa connessione assume spesso una forma triadica, in cui tre di queste quattro dee formano una triade chiamata “Morrígna” (che è il plurale di Mórrígan). Tuttavia, sebbene nella mitologia celtica fosse comune avere triadi di personaggi, specialmente tra quelli femminili, la Morrigan e le altre tre dee presentano una situazione particolare: la Mórrígan è sorella di Macha e Badb, in quanto tutte figlie di Fiacha mac Delbaíth, ma questa triade viene spezzata dal fatto che Macha muore per mano di Balor nella seconda battaglia di Mag Tuire. Alcune fonti sopperiscono a questa mancanza sostituendo Macha con Nemain.
È possibile che, originariamente, vi fosse effettivamente una triade divina, con cui è stata in seguito fatta confusione; è altresì possibile che la Mórrígan e la Morrígna siano la stessa cosa e che le quattro dee, che non appaiono mai contemporaneamente in alcuna scena, fossero in origine una sola figura, con Badb (“corvo della battaglia”), Macha (sempre “corvo”) e Nemain (“panico” o “furia”) quali attributi della Mórrígan. Va inoltre notato che, nel Lebor Gabála Érenn, la Mórrígan è identificata anche con Anann, una dea madre citata anche nel Sanas Cormaic.
Non è una figura che conosco benissimo, pur avendo qualche nozione non mi sono mai addentrata molto nella sua storia.
Si, lo so cosa state pensando; ti sei fatta pittare la pelle in modo indelebile con una cosa che nemmeno conosci? Sni.
Trovo che la Mórrígan sia una figura controversa, e che possa esser raccontata in modi diversi. Quello che mi affascinava della sua figura, era un pò il legame con la mitologia norrena e al fatto che Odino avesse due corvi messaggeri.
Hugin, che simboleggiava il pensiero, e Munin, che rappresentava la memoria.
C’è anche un credo, dove vedono i corvi come una rappresentazione delle Valchirie. Donne guerriere e valorose che in questa forma raccoglievano le anime dei morti. Torniamo quindi alla guerra e in qualche modo alla dea Morrigan.
Amo quindi la figura complessa e misteriosa di questa figura, che Emanuela ha voluto citare nella sua storia.
«In questa realtà le streghe non sono ben viste. Credono che siamo portatrici di sventure e maledizioni e penso che quel cancello in effetti abbia un problema alla serratura: rimane sempre aperto» rispose Metelaine, con naturalezza.«In questa realtà le streghe non sono ben viste. Credono che siamo portatrici di sventure e maledizioni e penso che quel cancello in effetti abbia un problema alla serratura: rimane sempre aperto» rispose Metelaine, con naturalezza.
«Perché la nonna non fa nulla per fermarli?»
«Oh, ma certo che li ferma!»
E nello stesso istante Moon vide uno stormo di corvi scendere in picchiata sui ragazzi e iniziare a beccare le loro teste.
«Visto? Te l’avevo detto che li avrebbe fermati…» sorrise Metelaine.
Moon non poteva crederci: nella sua realtà la nonna non avrebbe mai invocato la Dea Morrigan per vendicarsi su degli esseri umani.