Giovedì 27 settembre, nelle sale italiane, esce finalmente Sei ancora qui – I Still See You.
Veronica Calder fa parte di quella vasta cerchia di persone che ha perso qualcuno durante l’Evento. Da quel giorno, gli spettri delle vittime ripetono all’infinito un momento particolare della loro vita, che sia il momento della morte o qualcosa a cui erano particolarmente legati.
La cosa spesso non le importa molto, come molti altri, ormai è abituata e veder ogni mattina il padre e anche se è solo per poco, in fondo la conforta ma, l’arrivo improvviso di un ragazzo biondo nel suo bagno, la getterà nel panico.
Con l’aiuto di un compagno di classe, cercherà di andare a fondo del mistero perchè per anni, a tutti è stato insegnato che i fantasmi non potevano interagire con i vivi ma a loro la cosa non torna. Troppi cambiamenti stanno avvenendo e non tutti sono in positivo.
Credo sia la prima volta che mi capita di vedere il film, prima del libro in libreria.
Sei ancora qui è l’anteprima super nel 2018 e quindi, sono arrivata in sala con il vuoto cosmico nel cervello.
Amo i thriller ma forsi ne ho visti un pò troppi, perchè il finale non mi ha stupito in maniera particolare però, l’ho apprezzato molto perchè alla fin fine è originale.
Bella Thorne, che interpreta Veronica Calder, l’ho trovata molto coinvolta nel suo personaggio. Oltre al fatto che l’ho trovata molto bella con il frangettone nero, mi è sembrata un buon mix tra la tipica adolescente e un’anima tormentata dalla perdita del padre. Perchè se ci pensiamo, deve essere veramente dura veder sempre lì quelle anime che non ci sono più. Deve essere triste vedere e non poter interagire, soprattutto quando ci si sente in colpa per la loro morte.
Ronnie è una ragazza qualsiasi che all’improvviso, si trova a dover fare i conti con un segreto a cui la gente difficilmente crederà.

Ci sono stati degli sprazzi azzeccati, come la battuta delle tenaglie nello zaino di lui o la genialata del vicolo ma, questi momenti posso contarli sulle dita di d’una. Richard Harmon, che invece interpreta Kirk Lane, non mi ha convinta appieno. Sicuramente possiede un certo tipo di fascino ombroso però, l’ho visto spesso e volentieri come un ragazzo perennemente fuori posto e non credo fosse quello il risultato che volevano.
Ho invece apprezzato il motivo che lo spinge alla ricerca di vere risposte sui “redivivi”. Ancora non mi è chiaro del perché abbiano voluto usare proprio questo escamotage, la spiegazione finale mi sembrava un pò rafforzata ma in generale l’ho trovata un buon movente.
Arriviamo però alla rivelazione del secolo e non per la parlantina fluente.
Ok, ammetto che di primo acchito l’ho notato per il fisico asciutto ma muscoloso però, andando avanti nel tempo il suo non comunicare in modo canonico, mi ha fatto cambiare idea. Si, come oggetto di arredo sarebbe interessante ma proprio per questo, sorprende. Thomas Elms, che interpreta Brian, non spiccica quasi nessuna parola ma fidatevi se vi dico che è inquetantissimo.
In bilico tra l’essere una presenza inopportuna ed essere la chiave del mistero, il biondo muto suscita interesse.

Ve lo dico subito, per la fine che abbiamo visto, ci sarà per forza un seguito quindi se avete delle domande da fare, per ora vi converrà aspettare l’uscita del libro (2 ottobre edito da Sperling & Kupfer). Sicuramente, ci saranno più informazioni e meno “love story”.
In generale però il film è riuscito ma dal canto mio non tanto come thriller ma come spunto di riflessione.
Il vero mistero sta nella psiche dell’uomo e non nella presenza dei redivivi. Perchè ammettiamolo, il colpevole di tutto questo si intuiva già dopo mezz’ora dall’inizio del film, quello che è stato strabiliante invece è stato l’aiuto che la giovane Ronnie ha avuto dalle… persone meno quotate.